9
novembre
2015
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La speranza di vita alla nascita continua a
crescere nei Paesi dell'OCSE, in
media di 3 o 4 mesi ogni anno, senza segni di rallentamento.
Questi —fra molti altri— i risultati
pubblicati lo scorso 4 novembre nel rapporto
Health at a Glance 2015
dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo
Sviluppo Economico.
L'aumento della longevità può essere
attribuito a una serie di fattori, tra cui
un miglior stile di vita ed una migliore
istruzione, oltre al progresso nel settore
sanitario.
Nel 2013 l'aspettativa media nelle nazioni
OCSE ha raggiunto gli 80,5 anni, un
incremento di più di un decennio dal 1970.
L'Italia (82,8) si piazza al quarto posto di
un folto gruppo di 25 Paesi in cui la
speranza di vita alla nascita supera ormai
gli 80 anni. Al primo posto, il Giappone con
un risultato di 83,4 anni in media.
Tra i paesi dell'OCSE, nel 2013 il Messico ha
registrato l'aspettativa di vita più bassa,
4 decimi al di sotto dei 75
anni.
Dal 2000, nella nazione latinoamericana,
questo indice è
aumentato più lentamente che in altri Paesi
dell'agenzia di cooperazione
internazionale, con una crescita di poco più
di un anno (da 73,3 a 74,6 anni), decisamente
inferiore al miglioramento medio di più di
tre anni del gruppo studiato. Il divario di
longevità tra il Messico gli altri membri
dell'organizzazione guidata
da José Ángel Gurría è pertanto passato da
circa quattro anni a sei anni tra il 2000 e
il 2013.
L'insuccesso nell'evoluzione della speranza
di vita nel Paese degli Aztechi è dovuto a
una serie di fattori, fra i quali la bassa
qualità dell'alimentazione e tassi
elevatissimi di obesità, assieme ad un lento
progresso nella riduzione della mortalità
provocata da malattie cardiovascolari. Si
registra, inoltre, un numero elevato di
incidenti stradali e omicidi e persistono
importanti barriere di accesso ai sistemi
statali di assistenza sanitaria.
(massimo barzizza
/
puntodincontro.mx)
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