Messico, caccia all’asteroide che segnò la fine dei dinosauri.

 

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5 marzo 2016 - Prima della fine del mese, ci sarà una nuova piattaforma di perforazione nel Golfo del Messico, ma questa volta non per cercare o estrarre petrolio. Un gruppo internazionale di scienziati affonderà una trivella nel cuore del cratere di Chicxulub, la cicatrice sottomarina dell'impatto dell'asteroide che, 66 milioni di anni fa, uccise i dinosauri e la maggior parte delle altre forme di vita sul nostro pianeta.

Gli studiosi sperano che i nuclei di roccia recuperati contengano indizi sulla rinascita della vita dopo il cataclisma ed elementi che permettano di determinare se il cratere stesso possa essere stato un riparo per la riapparizione dell'esistenza microbica.

E, inoltre, penetrando una cresta circolare che si trova all'interno della cavità di 180 chilometri di diametro, il gruppo di ricerca spera di poter dedurre come questi “anelli concentrici sopraelevati” —le impronte presenti nei grandi crateri da impatto— prendono forma.

La piattaforma —che verrà innalzata in una zona di circa 20 m di fondale a 40 km al largo della città di Progreso, sulla costa settentrionale della penisola dello Yucatán— perforerà il fondo marino fino a 1.500 metri di profondità, permettendo così di ottenere una colonna litica di 11 cm di diametro che verrà analizzata da un centinaio di ricercatori provenienti da varie istituzioni del mondo.

Prima di arrivare al cratere i ricercatori si aspettano di trovare uno strato spesso 100 metri composto di materiali che si sarebbero depositati nelle settimane dopo il cataclisma. Alla base di questo strato si pensa ci siano i frammenti dell'asteroide e i pezzi di roccia saltati in aria con la collisione e poi ricaduti nel cratere nei minuti successivi. Lo strato dell'impatto vero e proprio potrebbe essere ricoperto da depositi di cenere, che è stata nell'atmosfera per settimane prima di cadere a terra.

Il progetto, il cui costo si aggira attorno ai 10 milioni di dollari con una durata di 50 giorni, è patrocinato dall'International Ocean Discovery Program (IODP) e dall'International Continental Scientific Drilling Program.

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(massimo barzizza / puntodincontro.mx)