Esposta a Marsala la nave romana di Marausa, la più completa mai scoperta.

 

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8 febbraio 2016 - «La nave di Marausa rappresenta un altro prezioso ingrediente perché il nostro Museo possa diventare uno tra i più importanti del Mediterraneo». Con queste parole Enrico Caruso, direttore del Museo marino “Lilibeo” di Marsala, ha voluto accogliere con gioia il relitto della nave oneraria di epoca tardo-romana di metà III secolo d.C. Di larice e frassino, la nave è stata rinvenuta nei pressi di Marausa nel 1999.

Uno dei momenti delle operazioni seguenti al ritrovamento
della nave Marausa nel 1999.

Una volta restaurata, è stata accolta finalmente poche settimane fa dal Museo marsalese, nonostante varie sono state le diatribe tra l’amministrazione locale e quella trapanese. In effetti Marausa si trova di fronte le isole Egadi, nel territorio di Trapani, ma all’epoca il capoluogo di provincia non ebbe spazio per ospitare la scoperta.

Si ipotizza che la nave fosse stata vittima di intemperie e si fosse rovesciata nei pressi del porto di Marausa, strategico sia dal punto di vista commerciale che militare. Un luogo non distante da quello che fu campo di battaglia tra la flotta romana e quella cartaginese durante la prima guerra punica. Si pensa che la nave fosse lunga 16 metri e larga 8 e che il carico fosse stato recuperato già all’epoca dei fatti, in quanto poco è stato rinvenuto a bordo. Ciò che è stato recuperato dovrebbe appartenere nel periodo tra la fine del III e l’inizio del IV secolo d.C., di manifattura nord-africana. «La nave di Marausa accresce ancor di più le conoscenze sulle intense relazioni commerciali tra la Sicilia e l’Africa in epoca tardo romana», ha dichiarato Sebastiano Tusa, sovrintendente del Mare della Regione.

Il Museo offre già una ricchissima collezione di anfore di varie dimensioni ed epoche, nonché la nave punica scoperta nel 1969. «Dunque con l’arrivo del nuovo relitto, insieme ai resti arabo-normanni, al ricchissimo vasellame e alla nave punica – ha concluso Caruso - si potrà presentare al pubblico un percorso subacqueo che coprirà un arco cronologico di almeno 1500 anni».

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(francesco patti / puntodincontro.mx / adattamento e traduzione in spagnolo di massimo barzizza)