13
luglio 2017
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Il gruppo italiano Eni ha individuato un «importante
accumulo di olio in vari livelli
reservoir delle formazioni Orca e Cinco
Presidentes» nelle acque della baia di
Campeche, in Messico, a 200 km a ovest di
Ciudad del Carmen.
Grazie a questo risultato, la società
petrolifera ha
aumentato le stime di risorse per il campo
di Amoca e per l'intera area contrattuale
ottenuta in concessione durante la seconda
offerta della ronda 1 nel 2015.
Inoltre, prima della fine dell'anno, Eni
presenterà un piano di sviluppo accelerato
con l’obiettivo di iniziare l'estrazione ad
inizio del 2019 con un livello di produzione
tra i 30.000 e i 50.000 barili di petrolio
al giorno.
Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di
Eni, ha commentato: «Siamo molto soddisfatti
dei risultati della nostra campagna
esplorativa e di valutazione in Messico.
Questa dimostra l’efficacia del nostro
approccio di controllo dei costi. Il campo
di Amoca, essendo situato a soli 25 metri di
profondità d’acqua, rappresenta
un’opportunità eccellente per uno sviluppo
fasato con un basso punto di pareggio. È un
progetto ideale in questo scenario di bassi
prezzi del petrolio. Eni conta di diventare
la prima società internazionale ad avere una
produzione operata in Messico e questo sarà
il risultato tangibile dell’importante
processo di riforma energetica attuata nel
Paese».
Recentemente, in seguito al risultato della
prima gara internazionale della Ronda 2, Eni
ha acquisito, con il ruolo di operatore, tre
nuove licenze di esplorazione e produzione
nel bacino del Sud-Est.
La società italiana è presente in Messico
dal 2006 ed ha creato la sua controllata al
100% Eni Mexico nel 2015.
(massimo barzizza / puntodincontro.mx)
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