14 febbraio 2019 - Il giorno di San Valentino, festa dell'amicizia e degli innamorati, ha le sue origini in un'iniziativa della Chiesa cattolica per “cristianizzare” il rito pagano dei Lupercali.

Fin da tempi avvolti nella leggenda, questa festività romana —praticata dal 13 al 15 febbraio— prevedeva lo svolgimento di atti di purificazione in nome del dio Fauno, protettore dei boschi e dell'agricoltura e, pertanto, della fecondità.

I padri precursori della Chiesa, decisi a mettere fine alle «usanze licenziose» che si erano sviluppate attorno alla ricorrenza, vollero trovare un santo da venerare e fu così che nel 496 d.C. Papa Gelasio annullò la celebrazione pagana, decretando che venisse seguito il culto di San Valentino.

Si trattava di un martire, ucciso dopo la scoperta delle sue celebrazioni segrete per suggellare le unioni dei giovani soldati romani con le loro spose. All'epoca, ciò contravveniva una legge —promulgata da Claudio II— che vietava ai legionari il matrimonio e la prole per poter assolvere con più efficacia i loro compiti in nome dell'impero.

Ma l'identità di Valentino non è chiara: la chiesa cattolica riconosce almeno due santi con lo stesso nome, entrambi onorati il 14 febbraio. Uno è il Valentino di Roma, vissuto durante il III secolo d.C., e l'altro è Valentino da Terni (cioè proveniente dall'antica Interamna, nell'Italia centrale), le cui vicende vengono fatte coincidere con il periodo dell'imperatore Aurelio.

Alcuni storici ritengono si tratti della stessa persona, altri sostengono che il personaggio romano non sia mai esistito.

Per quanto riguarda la storia più recente, e secondo una delle tesi più accreditate, San Valentino sarebbe stato introdotto come festa degli innamorati grazie a Geoffrey Chaucer (1343 – 1400, spesso riconosciuto come il padre della letteratura inglese), che nel suo poema «Parlamento degli uccelli» associa la ricorrenza al fidanzamento di Riccardo II d’Inghilterra con Anna di Boemia.

(massimo barzizza / puntodincontro.mx)