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24 settembre 2019 - La Corte di giustizia dell'Unione europea ha stabilito oggi che l'osservanza di Google del cosiddetto diritto all'oblio dei cittadini europei non implica la deindicizzazione dai risultati di ricerca dei contenuti relativi al nome di una persona in tutto il mondo, ma solo all'interno dell'Ue.

Il diritto all'oblio trova la sua origine in una decisione del 2014 meglio conosciuta come il “caso Costeja” emesso dalla stessa Corte di giustizia dell'Unione europea. Nella sentenza fu stabilito che, in conformità con la Direttiva 95 / 46EC —oggi Regolamento generale sulla protezione dei dati dell'Unione Europea— Google è obbligata a de-indicizzare il contenuto relativo al nome di una persona dai suoi risultati di ricerca, tranne in quei casi in cui l'interesse pubblico deve prevalere su detto diritto, una questione che dev'essere valutata dall'azienda stessa.

Tuttavia, a quel tempo, la Corte dimenticò di affrontare una questione indispensabile: considerando la natura ubiqua di Internet, quale portata territoriale dovrebbe avere l'attuazione di tale diritto?

Nel 2017 l'autorità francese di protezione dei dati, la CNIL, stabilì che la deindicizzazione doveva essere globale. Quanto precede ha suscitato grandi discussioni e discrepanze in tutto il mondo, poiché secondo l'opinione di alcuni membri della stampa e di organizzazioni non governative, nonché dell'avvocato generale della Corte di giustizia, questa decisione è contraria al diritto alla libertà di espressione, poiché sostanzialmente consente a un singolo Stato di determinare qual è il contenuto a cui il resto dei cittadini del mondo può accedere.

Prima della decisione di oggi, quanto sopra avrebbe significato privare tutte le persone del mondo dell'accesso a determinate informazioni, anche se in linea di principio le leggi dei loro Paesi lo avessero consentito.

(alessandra barzizza* / puntodincontro.mx)

*Alessandra Barzizza è laureata in giurisprudenza presso il Centro de Investigación y Docencia Económicas (CIDE) di Città del Messico. È ricercatrice indipendente su questioni legate alla tecnologia, al diritto alla privacy e alla protezione dei dati personali. È coautrice di “Ley General de Proteccion de Datos Personales en Posesión de Sujetos Obligados, Comentada” (INAI, 2018)

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