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Messico, trovata una nave di schiavi maya

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23 settembre 2020 (ore 00:01) - Gli archeologi dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia del Messico (Instituto Nacional de Antropología e Historia, INAH) hanno studiato il relitto di un battello a vapore affondato nel 1861 al largo dello Yucatán e hanno scoperto che trasportava schiavi maya a Cuba, diversi decenni dopo l'abolizione di questa pratica in Messico.

L'imbarcazione era stata localizzata per la prima volta nelle profondità marine nel 2017 e, dopo tre anni di ricerche negli archivi locali e diverse immersioni, gli studiosi sono arrivati alla conclusione che si chiamava “La Unión” ed era impiegata nella tratta di schiavi. La notizia è resa ancora più importante dal fatto che è la prima volta, spiega l’INAH, che viene rinvenuta una nave impiegata per la tratta di schiavi maya in America.

Dopo essere affondato il 19 settembre 1861 a causa di un’esplosione delle caldaie, il relitto si trova oggi a sette metri di profondità, a circa due miglia nautiche dal porto di Sisal.

“La Unión” era di proprietà della compagnia spagnola Zangroniz Hermanos y Compañía, fondata nel 1854 a L’Avana e autorizzata a trasportare merci e passeggeri tra Messico e Cuba. Alcuni comandanti della compagnia erano però collusi con contrabbandieri locali e schiavisti: sul battello, che si muoveva grazie a delle grandi pale “stile Mississippi”, viaggiavano infatti non solo passeggeri di terza, seconda e prima classe, come dimostra il ritrovamento di frammenti di ceramiche e otto posate in ottone, ma anche un numero imprecisato di schiavi maya.

Circa sessanta passeggeri persero la vita nell’incidente, oltre a una quarantina di membri dell’equipaggio. Non è possibile sapere invece il numero di schiavi maya che perirono in questo naufragio, poiché essi venivano classificati come “merci” e non come passeggeri.

La scoperta fa luce su un capitolo poco conosciuto della storia messicana, poiché prima d’ora in America si era sempre parlato di relitti di navi utilizzate per la tratta transatlantica di schiavi africani e non di schiavi maya, antica civiltà mesoamericana guidata da re-divinità, che si impose nell’America precolombiana prima di venire soggiogata dai conquistadores spagnoli, distinguendosi per avanzati livelli di matematica e astronomia.

Secondo le rivelazioni dell’INAH, tra il 1855 e il 1861, il battello “La Unión”, insieme al piroscafo “México”, trasportarono dal Messico a Cuba una media di 25-30 maya ogni mese per essere utilizzati nelle piantagioni di canna da zucchero, dove la manodopera era carente. I nativi furono catturati durante le rivolte popolari scoppiate contro la popolazione di discendenza europea e passate alla storia come “Guerra delle Caste” (1847-1901), o furono prelevati con l’inganno e trasportati verso l’isola caraibica con l’illusione di poter vivere come liberi lavoratori.

(puntodincontro.mx)

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