ITALIA IN MESSICO
 

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27 febbraio 2020 - Continua l'avventura della Chianti Academy Latam, la scuola realizzata dal Consorzio Vino Chianti per formare esperti e professionisti di questo prodotto toscano a denominazione di origine controllata.

A Playa del Carmen, in Messico, si sono concluse le lezioni con la consegna dei diplomi agli studenti che hanno dimostrato di conoscere la storia e la cultura legata al Chianti, la catena di produzione e le politiche per la sua tutela. I nuovi esperti hanno avuto modo di riflettere anche sugli abbinamenti con il cibo, sul consumo tra i giovani, sulla comunicazione e sul marketing. Il tutto abbinato anche a degustazioni specifiche delle 30 diverse etichette del consorzio rappresentative di tutte le tipologie esistenti.

Il prossimo appuntamento con la Chianti Academy in questa nazione latinoamericana sarà a Città del Messico dall’11 al 12 marzo. «Si tratta di un’iniziativa importante in un Paese strategicamente importante» —commenta il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi— «L’obiettivo è consolidare la nostra presenza in America Latina e diffondere la conoscenza dei nostri vini attraverso attività promozionali di lungo termine. Per le nostre aziende si aprono prospettive nuove e interessanti, in un mercato in crescita, su cui stiamo investendo risorse e professionalità».

Il vino Chianti è uno dei prodotti enologici italiani più conosciuti nel mondo e la sua zona di produzione comprende in tutto o in parte le province di Firenze, Siena, Arezzo, Pisa, Pistoia e Prato.

Fino a tutto il 1700 venivano utilizzate solo uve del vitigno sangiovese, ma oggi è consentita la pratica di mescolare fino a un 30% di varietà diverse per migliorare la qualità. I vitigni complementari accettati sono elencati nel Disciplinare corrispondente.

Il primo documento notarile in cui il nome Chianti appare riferito al vino prodotto in questa zona risale al 1398 e già nel XVII secolo le esportazioni, sopratutto in Inghilterra, non erano più occasionali.

Il 24 settembre 1716 a Firenze il Granduca Cosimo III de' Medici emanò il Bando Sopra la Dichiarazione dé Confini delle quattro Regioni Chianti, Pomino, Carmignano, e Val d'Arno di Sopra, nel quale venivano specificati i limiti delle zone entro le quali potevano essere prodotti i vini citati (in pratica una vera e propria anticipazione del concetto di Denominazione di Origine Controllata). Pubblicò, inoltre, un decreto con il quale istituiva una Congregazione di vigilanza sulla produzione, la spedizione, il controllo contro le frodi ed il commercio dei vini (una sorta di progenitore dei Consorzi).

Oggi il Consorzio del Vino Chianti tutela circa 3.000 produttori che interessano più di 15.500 ettari di vigneto per 800.000 ettolitri all'anno di produzione nelle varie zone e tipologie.

Nel 2019 le esportazioni di Chianti DOCG sono cresciute dell’1% rispetto all'anno precedente, cifra equivalente ad 1 milione di bottiglie in più.

(massimo barzizza / puntodincontro.mx)

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