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Scoperta in Messico la più grande struttura Maya

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4 giugno 2020 (ore 17:54) - «In archeologia ci sono momenti decisivi in cui una svolta tecnologica cambia tutto», scrive Patricia A. McAnany sulla rivista Nature.

«La scoperta della datazione al radiocarbonio negli anni '40» —continua l'archeologa specializzata in cultura Maya— «inizió una di queste rivoluzioni, fornendo un sistema coerente a livello mondiale per ordinare cronologicamente i reperti. Un'innovazione trasformativa più recente è l'applicazione di una tecnica di telerilevamento chiamata light detection and ranging (lidar), che crea un modello (noto anche come modello ad elevazione digitale) del terreno nascosto dagli alberi in aree boschive».

È stata proprio questa tecnologia a permettere di scoprire in Messico, nella regione dello Stato di Tabasco che confina con il fiume Usumacinta, una struttura cerimoniale di epoca Maya, risalente ad almeno 3000 anni fa.

I resti della piattaforma, la più grande mai rinvenuta, sono stati scoperti nel sito di Aguada Fénix, a 1400 chilometri circa da Città del Messico, da una squadra internazionale guidata da Takeshi Inomata e Daniela Triadan, professori di antropologia dell’Università dell’Arizona, negli Stati Uniti.

La struttura reggeva una serie di altre costruzioni tra cui una piramide di circa quattro metri. Il ritrovamento è particolarmente importante da un punto di vista storico, oltre che per ragioni tecnologiche, perché in questo modo sarebbe supportata la teoria per cui alcune delle prime strutture realizzate nella regione Maya erano decisamente più grandi di quelle costruite un millennio dopo, durante il periodo classico (250-900 d.C.), all'apice dello splendore della omonima civiltà.

Gli autori descrivono un'enorme piattaforma costruita in argilla e terra che risale al 1000-800 a.C.. Con i suoi 1.400 metri da nord a sud per 399 metri da est a ovest, Aguada Fénix è un’enorme piattaforma rettangolare sopraelevata più grande della più grande delle piramidi di Giza, a cui si accede con delle rampe e collegata da una rete di 9 terrapieni.

Comprende un tipo di struttura chiamata gruppo E (composta da un tumulo occidentale e una piattaforma orientale), associata a osservazioni astronomiche. Le scoperte di Inomata e colleghi rivelano interventi sorprendentemente precoci e di grandi dimensioni sul paesaggio che precedono l'emergere delle corti reali e forniscono informazioni su come si svilupparono le società Maya.

(massimo barzizza / puntodincontro.mx)

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