19 maggio
2013 -
Da solo, in bici, per migliaia di chilometri.
Dalla Terra del Fuoco all'Alaska, un viaggio
che sarebbe dovuto durare sette mesi ma che
si è interrotto in Messico, negli scorsi
giorni. Mauro Talini, 40 anni, il ciclista
diabetico versiliese famoso per le sue
traversate sulle due ruote, è morto in
seguito alle ferite riportate dopo un
incidente stradale. La notizia della sua morte è
stata pubblicata dal sito di informazione
locale Ariete Caborca e confermata
dall'Associazione che curava i viaggi di
Talini, Padre Kolbe. A fermare l'impresa di
Talini è stato un camion che lo ha travolto
mentre pedalava ai confini del Messico,
nella zona di Trincheras
della Stato di Sonora.
Il ciclista di Massarosa (Lucca) era partito
il 1 gennaio 2013 da Ushuaia, nell'estremo
sud dell'Argentina con l'obiettivo di
arrivare, il 30 luglio, a Galbraith Lake
City, in Alaska. Una traversata di 25 mila
chilometri, dura, difficile, che aveva
preparato alla perfezione dettagliando i
suoi spostamenti, i percorsi e i chilometri
sul suo sito Internet.
«Dal Sud al Nord del
mondo —diceva— una bici, mille speranze».
![](../images/maurotalinivilla.jpg)
Una foto del 27
aprile di Mauro Talini
davanti alla Basilica di Guadalupe di Città
del Messico.
Con lui solo una bicicletta e l'insulina.
Talini soffriva infatti di diabete dal 1984,
dall'età di 11 anni.
«Ma il diabete non è un
limite —ripeteva continuamente— anzi lo
considero una scuola di vita, capisci che se
non l'accetti per quello che in realtà è
—si legge sul suo sito— non vivi bene sotto
nessun punto di vista e quando riesci a
fartene una ragione, tutto ti è più chiaro,
non lo vedi più come un limite, ma anzi come
uno stimolo in più per migliorarti e dare il
meglio di te». Tante le imprese di Talini in
bici, tutte in solitaria e all'insegna della
solidarietà. Dal 2003 ad oggi aveva
attraversato l'Italia, l'Europa e da
Massarosa era arrivato a Gerusalemme.
«La
Toscana - ha commentato il presidente della
Regione Enrico Rossi - ha perso un ciclista
sui generis: un ciclista per passione che
viaggiava in solitaria per il mondo, per
dimostrare che il diabete, la malattia di
cui soffriva, non era un limite e che lo
sport può aiutarti superare le sfide della
vita».
«Un
dolore grandissimo - ha dichiarato il
sindaco di Massarosa, Franco Mungai. Mauro
era e rimarrà sempre un esempio di tenacia,
fede e altruismo per tutti noi . Non ci sono
parole per descrivere quello che questa
notizia ha provocato nei nostri cuori. La
sola consolazione è che Mauro sia morto
realizzando i suoi nobili ideali di aiutare
i bambini bisognosi e di trasmettere il
messaggio che il diabete non è un limite».
(gerardo adinolfi /
repubblica.it / puntodincontro.mx /
adattamento di
massimo barzizza)
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