Cecilia Soto.

 

SECONDA PARTE: CECILIA SOTO
(Clicca qui per leggere la prima parte)

27 febbraio 2012 - Cecilia Soto è stata la seconda candidata presidenziale in Messico. Sei anni dopo l'ultimo tentativo di Rosario Ibarra, nel 1994. Nata nello Stato di Sonora e laureata in fisica all'Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM), partecipò rappresentando il Partito del Lavoro (Partido del Trabajo, PT). Ma aveva già esperienza politica: è stata membro del Congresso dello Stato di Sonora nel 1988 e deputato federale nel 1991 in rappresentanza dell'oggi estinto PARM. Nel 2000 si avvicinò a Vicente Fox e al PAN, e durante la presidenza di Fox fu nominata ambasciatore in Brasile.

Cecilia Soto —che attualmente collabora con la Fondazione Carlos Slim— ha ottenuto il miglior risultato tra le donne che fino al 2006 sono state candidate alla presidenza, con il 2,75 per cento dei voti. Votarono per lei quasi un milione di persone (970.121), più del doppio del miglior risultato raggiunto, prima di lei, da Rosario Ibarra nel 1982.

In quelle elezioni, segnate dalla tragedia dell'assassinio del candidato del PRI alla presidenza Luis Donaldo Colosio, il PRI vinse, comunque, con il candidato sostituto Ernesto Zedillo, che raggiunse 17,1 milioni di suffragi, il numero più alto con il quale finora è stato eletto un Presidente, anche se percentualmente —fino ad allora—, la cifra rappresentò il risultato più basso per il PRI: 48,69%. Al secondo posto, Diego Fernández de Cevallos (PAN) con 9,1 milioni di voti (25,92%). Cárdenas ottenne il terzo posto con 5,8 milioni di voti (16,59%). Al quarto posto, Cecilia Soto.

 

L'intervista (in spagnolo) del telegiornale di Milenio TV a Cecilia Soto.
 

Oggi, 18 anni dopo, questo è ciò che Cecilia suggerisce a Josefina Vazquez Mota:

- Che cosa le consiglia?

Ci pensa per qualche secondo, poi si ripete la domanda:

- Che cosa le consiglio?

Poi risponde:

- Guardi, la cosa più importante è la questione dell'autocensura. È un meccanismo molto potente, che fa perdere freschezza al discorso di un candidato. E poi è molto importante anche l'autenticità di ciò che viene detto su cosa si vuole fare. Inoltre, Josefina sembra molto fragile. È magra, sottile (ride) ... È un problema che dev'essere risolto, no? (ride di nuovo).

- Deve mangiare meglio ...? - le chiediamo - e ride di nuovo.

- No, no, no ... Josefina è una buona candidata, sono molto felice della sua candidatura.

- Ciò che ci dice significa che può trasmettere un'immagine di fragilità?

Sì. Cioè, per esempio, è stata criticata perché proietta un'immagine materna, cosa che non è assolutamente vera. Per essere vista come mamma bisogna essere grassottella, giusto? E lei, invece, trasmette una sensazione di sicurezza molto interessante, ma la sua presenza fisica è fragile.

- Che cosa consiglierebbe ad una candidata presidenziale di NON fare? Ci deve essere stato qualcosa nella sua campagna che poi le ha fatto pensare: «Accidenti, perché l'ho fatto?».

Ce ne sono state molte (ride più forte). Ritengo che la cosa più importante sia evitare le frasi vuote. Bisogna comunicare soluzioni e idee concrete su cosa fare con il Paese. Josefina ... beh, qualsiasi candidata di sesso femminile, non deve trasmettere semplicemente la sensazione di voler diventare un presidente per le donne. Assolutamente no. Nemmeno le donne vogliono un presidente solo per le donne, ma un presidente in gamba. Josefina ha dimostrato un'abilità molto interessante: impara in fretta e sa formare gruppi di collaboratori. Non sembra aver paura di circondarsi di persone che di certi argomenti sanno più di lei. Questo è molto importante. Dimostra fiducia in sé stessa.

 

(Continua ...)

 

(milenio / puntodincontro)

 

***

(Haz clic aquí para leer la primera parte)

27 de febrero de 2012 - Cecilia Soto fue la segunda candidata presidencial en México. Lo fue seis años después del último intento de Rosario Ibarra, en 1994. La sonorense, quien estudió Física en la UNAM, contendió por el Partido del Trabajo (PT). Pero ya tenía carrera política: fue diputada en el Congreso sonorense en 1988 y diputada federal en 1991 por el extinto PARM. En 2000 estuvo cerca de Vicente Fox y durante el sexenio del panista fue nombrada embajadora en Brasil.

La hoy colaboradora de la Fundación Carlos Slim tuvo porcentualmente el mejor resultado entre las mujeres candidatas presidenciales: logró 2.75 por ciento de los sufragios. Obtuvo casi un millón de votos, 970 mil 121, más del doble del mejor resultado de su predecesora en 1982, Rosario Ibarra.

En esos comicios, marcados por la tragedia que implicó el asesinato del candidato presidencial del PRI, Luis Donaldo Colosio, de todas maneras triunfaron los priistas, con el candidato de remplazo, Ernesto Zedillo, que tuvo 17.1 millones de votos, el mayor número de sufragios con el que haya sido elegido hasta ahora un Presidente, aunque porcentualmente tuvo, hasta ese momento, el menor registro para el PRI: 48.69%. El segundo sitio lo ocupó el panista Diego Fernández de Cevallos, con 9.1 millones de votos, 25.92% de la votación. Cárdenas cayó hasta el tercer sitio, con 5.8 millones de votos, 16.59%. En cuanto lugar quedó la dama de Sonora.

Hoy, 18 años después, esto es lo que Cecilia Soto le sugiere a Josefina Vázquez Mota:

—¿Qué le recomendaría hacer?

Se lo piensa unos segundos y repite la pregunta: “¿Qué le recomendaría hacer?”. Luego responde:

—Mire, lo más importante es el tema de la autocensura. Es un mecanismo muy fuerte. Eso quita mucha frescura al discurso de una candidata. Es muy importante el tema de la autenticidad sobre lo que se dice, sobre lo que se quiere hacer. Además, Josefina tiene una apariencia muy frágil. Es muy flaca, muy delgada (se ríe)… Es importante atender eso, ¿no? (vuelve a reír).

—¿Qué coma mejor?... —se le pregunta y se ríe de nuevo.

—No, no, no… Josefina es una buena candidata, estoy muy contenta con su candidatura.

—¿Lo que usted está queriendo decir es que puede dar una imagen de fragilidad?

—Sí. Es decir, por ejemplo, ha habido algunas críticas de que ella proyecta una imagen maternal, y de ninguna manera. Para maternal se necesita ser pachoncita, ¿no? En ella hay una imagen de tesón muy interesante, pero es una imagen física frágil.

—¿Qué le recomendaría a una candidata a la Presidencia no hacer? Tiene que haber algo de su campaña que usted haya dicho: “Carajo, ¿por qué hice eso?

—Hubo varias (ríe más). Yo creo que lo más importante es evitar el rollo. Es muy importante comunicar soluciones e ideas concretas con respecto de qué hacer con el país. Es muy importante que Josefina, bueno, que una candidata mujer no se proyecte simplemente como una Presidenta para las mujeres. Eso, de ninguna manera. Ni las mujeres queremos una Presidenta nada más para las mujeres, queremos una Presidente —por cierto (acota), gramaticalmente es Presidente—. Queremos una Presidente capaz. Josefina ha mostrado una capacidad muy interesante que es la de aprender muy rápido y formar equipos. No le veo miedo a rodearse de personas que en ciertas áreas sepan más que conoce ella. Eso es muy importante. Esto habla de una seguridad en sí misma.

 

(Continuará ...)

 

(milenio / puntodincontro)