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4 novembre 2014 - Se passerà la Legge di stabilità, così com'è strutturata, nel 2015 e 2016 le attività dei Patronati —che in Messico sono presenti con l'Ital— saranno messe seriamente a rischio.

Per sostenere i servizi di questi organismi, previsti dalla Costituzione, che assistono gratuitamente le persone in materia previdenziale, socio-assistenziale e per molte altre questioni burocratiche della vita di tutti i giorni, i lavoratori versano un contributo che il governo ha proposto di modificare, diminuendo sia le anticipazioni sia l’aliquota di contribuzione.

La manovra di bilancio, infatti, prevede per il 2015 un taglio di 150 milioni di euro del Fondo Patronati (che attualmente ammonta a circa 430 milioni di euro derivanti interamente dal contributo dello 0,226% sui salari dei lavoratori dipendenti) per poi ridurre dall’80 al 45% gli anticipi che vengono versati sulle somme spettanti. Dal 2016, inoltre, verrà quasi dimezzato il finanziamento del Fondo, con la riduzione dell’aliquota di contribuzione allo 0,148%.

A titolo di esempio di cosa significhino i patronati in Italia e all'estero, basta leggere quanto è stato affermato nella presentazione del bilancio sociale dell'INPS del 2013: «(...) È stato stimato che per garantire lo stesso livello di servizio e accessibilità oggi assicurati dalla capillare rete di sportelli dei Patronati, la Pubblica Amministrazione dovrebbe aprire e gestire —solo in Italia— circa 6.000 nuovi uffici permanenti».

Tali conteggi non considerano l'attività che questi organismi svolgono all'estero a favore dei cittadini là residenti: i patronati italiani all'estero —oltre all'attività relativa alla tutela dei diritti dei connazionali nei confronti degli istituti previdenziali locali ed italiani— vengono coinvolti annualmente nella gestione di circa 400 mila pensioni di emigrati tra cui, per esempio, le attestazioni di esistenza in vita e ben 212,358 dichiarazioni reddituali.

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(massimo barzizza / puntodincontro.mx)