24
agosto
2015
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Perché alcuni Paesi crescono e altri no? Gli
autori di “The Atlas of Economic Complexity”
offrono ai lettori una spiegazione basata
sulla “complessità economica”, una misura
della cultura produttiva di una società. Le
nazioni di successo sono (o saranno) quelle
che possiedono le conoscenze necessarie per
produrre la maggior varietà di beni e
servizi sofisticati. Lo studio, condotto
dall'Università di Harvard e dall'MIT,
misura questa variabile per 124 Paesi e
identifica le nuove possibilità di sviluppo
presenti in ogni caso per mezzo della
rappresentazione grafica dello
“spazio-prodotto”.
Una volta calcolati i risultati, l'Italia si
piazza in 16ª posizione nella lista globale
delle stime di crescita per il 2023, mentre
il Messico (23°) è il Paese latinoamericano
e dei Caraibi che occupa il posto migliore
per produrre beni con un alto grado di
sofisticazione.
Lo studio, pubblicato nel 2011 e aggiornato
nel 2014, è stato coordinato da Ricardo
Hausmann, dell'Università di Harvard, e da
Cesar A. Hidalgo, del MIT, assieme a un team
di economisti dell'Harvard Center for
International Development.
La premessa di questa ricerca è che, nella
misura in cui un Paese accumula conoscenze e
capacità produttiva ed è in grado di
trasferirle, riunirà i requisiti per
produrre beni a maggior valore aggiunto e
quindi conseguirà una maggiore prosperità.
Secondo il testo, le variabili utilizzate
per misurare l'indice sono fondamentalmente
due: la diversità e la capillarità. La
diversità misura la varietà di prodotti che
un Paese esporta. Vale a dire, più
eterogeneo il paniere di prodotti destinati
all'esportazione, più alto sarà il
punteggio. La capillarità, invece, misura il
grado di specializzazione richiesto da
ciascuno di questi prodotti. Se un prodotto
è molto sofisticato ed esportato da un
numero ridotto di Paesi, questi ricevono un
punteggio più alto. Gli autori sostengono,
inoltre, che il metodo utilizzato ha
dimostrato di essere molto più accurato nel
predire la crescita futura rispetto ad altri
approcci già esistenti, tra cui l'Indice di
competitività globale del World Economic
Forum.
(massimo
barzizza / puntodincontro.mx)
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