26
luglio 2017
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Alcuni giorni fa, gli Stati Uniti sono
diventati il 50° Paese a riconoscere il
marchio Tequila come autentico del Messico,
dopo avergli concesso la certificazione
dell'Ufficio Brevetti e Marchi (United
States Patent and Trademark Office, USPTO)
alla fine di una contesa giudiziaria durata
oltre 13 anni contro una società
statunitense in disaccordo con la procedura.
L'Italia, assieme agli altri 27 Paesi
dell'Unione europea, riconosce dal luglio
1997 la protezione di questa denominazione,
che, inoltre, è inclusa dal 1978 nel Sistema
internazionale delle denominazioni di
origine dell'Organizzazione mondiale della
proprietà intellettuale.
Il “Consejo Regulador del Tequila” (CRT) è
l'organizzazione che, dalla fine del 1993,
verifica e certifica il rispetto delle norme
che disciplinano la produzione e la
distribuzione di questo distillato,
probabilmente la bevanda più iconica e
rappresentativa del Messico a livello
internazionale.
Lo norma ufficiale definisce due categorie
per il distillato: Tequila e Tequila 100% di
Agave, che a loro volta possono essere
suddivise in bianco, giovane, Reposado
e Añejo.
Fonte:
Puntodincontro con dati del Consejo
Regulador del Tequila.
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La Tequila deve essere distillata in Messico
da un minimo di 51% di succo di agave blu,
una specie —nota anche come agave Tequilana
Weber— que viene coltivata in cinque stati
del Paese latinoamericano: Jalisco,
Michoacan, Nayarit, Guanajuato e Tamaulipas.
Il restante 49% può contenere diverse fonti
di zucchero. Questo tipo di Tequila può
essere esportato in contenitori per
l'imbottigliamento in altri Paesi.
Fonte:
Puntodincontro con dati del Consejo
Regulador del Tequila.
La Tequila 100% di agave, invece, deve
essere elaborata solo con succo di agave
blu, senza l'aggiunta di altre sostanze ed
esiste, inoltre, l'obbligo di distillarla ed
imbottigliarla in Messico, caratteristiche
che conferiscono a questa versione un
livello di qualità molto più elevato.
Dall'inizio del 2007 fino a fine luglio
2017, il Messico ha esportato 997,8 milioni
di litri del distillato, l'80,4% negli Stati
Uniti. L'Italia è al 17° posto nella
classifica delle nazioni acquirenti con 3,9
milioni di litri, corrispondenti allo 0,4%
del totale.
Alla fine del 2017, probabilmente le
esportazioni verso il Belpaese
raggiungeranno e supereranno i livelli
osservati nel 2007, prima dell'inizio della
crisi economica, per un totale di poco più
di un milione di litri. È interessante
notare, inoltre, che la composizione delle
vendite riflette un significativo
miglioramento della qualità, dal momento che
nel 2007 la percentuale di Tequila 100% di
agave esportato verso lo Stivale era
inferiore al 20%, mentre la proiezione per
la fine di quest'anno si aggira attorno al
60%.
(massimo barzizza / puntodincontro.mx)
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