15
marzo 2018
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È Ferrero la prima azienda italiana per
reputazione al mondo. Si trova al 18esimo
posto nella classifica annuale stilata da
Reputation Institute ed insieme ad Armani,
Pirelli, Barilla e Lavazza, compone la rosa
delle compagnie del Bel Paese nella top 50
della classifica che sul podio mondiale vede
Rolex seguita da Lego e Google.
Ferrero, si conferma anche a livello
globale, la prima azienda come reputazione
nel settore cibo e bevande. Giorgio Armani
Group continua a scalare la classifica
guadagnando altre 6 posizioni (nel 2017 ne
aveva guadagnate 4), attestandosi in 22esima
posizione. In crescita anche l'apprezzamento
nei confronti di Pirelli (dal 32esimo al
30esimo posto). Barilla è in 36esima
posizione; Lavazza, nuova in classifica, in
49 esima posizione.
Tra le aziende al vertice, Rolex conferma il
suo pluriennale primo posto. Dal quarto al
decimo: Canon, The Walt Disney Company,
Sony, Adidas, Bosch, BMW Group e Microsoft.
La classifica evidenzia alcuni cambiamenti
in atto all'interno dei diversi settori
industriali: 6 dei primi 10 posti sono
occupati da aziende orientate al
consumatore, categoria che rappresenta il
27% delle prime 100 posizioni. La tecnologia
ha sostituito l'industria automobilistica
come settore più reputato seguita da cibo e
bevande. Le categorie più colpite nel
declino delle classifiche sono l'alberghiero
(-16), i trasporti (-13) e le compagnie
aeree (-12).
Il modello del Reputation Institute misura
la percezione del pubblico in relazione alle
principali aziende del mondo in sette
dimensioni razionali che rappresentano la
chiave per la valutazione della reputazione:
prodotti e servizi, innovazione, ambiente di
lavoro, governance, responsabilità sociale e
ambientale, leadership e prestazioni.
Una reputazione “eccellente” è rappresentata
da un punteggio complessivo RepTrak di 80
punti o superiore. Un punteggio di 70-79 è
considerato “forte”, mentre 60-69 è “media”.
Nessuna delle aziende rientrate nella
classifica Global RepTrak 100 ha registrato
un risultato sotto i 64 punti.
L'analisi effettuata si basa su oltre
170.000 dati raccolti nel primo trimestre
2017 in 15 Paesi, tra cui Italia, Messico,
Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia,
Germania, India, Giappone, Russia, Corea del
Sud, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti.
(massimo barzizza / puntodincontro)
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