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26 agosto 2013 - «Entro gennaio prossimo i Bronzi di Riace torneranno ad essere visibili. Sono stato a Reggio Calabria dove il museo che li ospiterà è quasi completato. Sarà una bella scommessa per mostrare due tesori». Ad annunciarlo è stato il ministro della Cultura e del Turismo, Massimo Bray. Il ministro vuole così rassicurare quanti da tempo stano lamentando la lentezza dei lavori di ristrutturazione del Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria da dove, proprio per questi lavori, le due statue sono state rimosse dal 2009 e trasportate presso la sede del Consiglio Regionale, sempre a Reggio, dove però sono visitabili non in posizione eretta, ma distesi su un supporto orizzontale.

Coricati ed esibiti, dietro una vetrata del Consiglio Regionale, su due lettini ortopedici, i Bronzi di Riace sono due caduti in battaglia, le magnifiche vittime dell'inadeguatezza italiana.

Bray è fiducioso che presto mostrerà il suo effetto il cambiamento avviato dal governo anche attraverso il recentissimo varo del decreto Valore cultura: «Molto abbiamo cominciato a fare, il mutamento si vedrà fra poco spiega Bray. L'importante è che tutti capiamo, in primis chi ha la responsabilità politica, che la cultura è degli italiani, che la cultura è l'Italia e che la cultura deve mostrare i nostri valori migliori che sono appunto quelli di saper includere, di saper difendere alcuni valori. Se facciamo tutto questo, la cultura sarà anche una leva straordinaria per uscire dalla crisi per creare posti di lavoro, per raccontare quella molteplicità delle culture che sono parte di un patrimonio che solo l'Italia può conservare».

Caserta come Versailles.

Il ministro ha poi passato in rassegna alcuni delle perle monumentali del Belpaese, molte delle quali ha voluto visitare recentemente. «La Reggia di Caserta è uno dei gioielli più belli che conserviamo, monumento di grande valore europeo ha detto. E voglio che non abbia nulla da invidiare alla Reggia di Versailles e che gli studenti e i turisti vengano appositamente a visitarla».

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Una delle fontane della Reggia di Caserta.

l ministro ha raccontato di aver visitato qualche giorno fa da privato la Reggia, spiegando poi di essersi recentemente espresso a favore di un progetto di valorizzazione del capolavoro vanvitelliano, che coinvolga anche risorse non pubbliche. «Non parlerei di sponsorizzazione ha detto senza volersi sbilanciare oltre—, ma di privati che credono che investire nella cultura voglia dire preservare e valorizzare un parte di questo patrimonio straordinario che è il nostro Paese per consegnarlo ai nostri figli».

Pompei ed Ercolano.

«Pompei deve essere il simbolo di una sfida che dobbiamo vincere, anche nei confronti dell'Europa che ha partecipato al contributo che noi abbiamo ricevuto per valorizzare quest'area archeologica unica nel mondo» ha poi detto Bray, spiegando che questo capitolo è uno dei tasselli principali del decreto Valore Cultura adottato dal governo «per segnare una scelta, un cambiamento.

Pompei e il Vesuvio.

La scelta è di credere che l'Italia, ricca di tesori d'arte, debba mettere proprio la cultura al centro; e il cambiamento sta nella volontà di affidare alla cultura il compito di mostrare un differente modo di essere dell'Italia rispetto alla valorizzazione del proprio patrimonio». È così che l'antica città romana diventa «il simbolo di una rinascita dell'Italia, il simbolo della capacità del Mezzogiorno di saper fare di Pompei un polo di attrazione turistica».

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(repubblica.it / puntodincontro.mx / adattamento e traduzione allo spagnolo di massimo barzizza)