
Ore 13:46 – Nella classifica mondiale degli acquirenti di tequila proveniente dal Messico, l’Italia si è piazzata all’ottavo posto nei primi otto mesi del 2024 e del 2025, con un leggero calo quest’anno (-1%), superando i 2,3 milioni di litri.
Tuttavia, lo Stivale rimane saldamente in cima alla classifica in entrambi i periodi per la quota di “tequila 100% agave” sul totale delle importazioni, raggiungendo l’81% nel 2024 e l’88% nel 2025.
La tequila 100% agave è prodotta esclusivamente dal succo fermentato e distillato dell’agave blu (varietà tequilana Weber), senza l’aggiunta di altri zuccheri. Questo le conferisce un sapore puro e complesso, con note vegetali e un profilo aromatico che riflette il terroir e il processo di produzione. È considerata la categoria di qualità più elevata per questa bevanda, uno dei vanti nazionali del Messico. In altre tequila, note come “mixtos”, fino al 49% può provenire da fonti alternative, come sciroppo di mais o canna da zucchero.
La tequila mixata può avere un sapore meno intenso ed è spesso utilizzata nei cocktail. L’etichetta della bottiglia indica sempre se si tratta di un prodotto “100% agave” o semplicemente “tequila”.
Secondo i dati pubblicati dal Consejo Regulador del Tequila, l’ente responsabile della tutela della denominazione di origine, nel periodo gennaio-agosto 2025 gli Stati Uniti sono stati il maggiore importatore mondiale, con 214,2 milioni di litri, di cui il 75% distillato da agave al 100%. Seguono Spagna (4,4 milioni di litri e 14%), Canada (3,8 milioni di litri e 63%), Germania (3,4 milioni di litri e 13%), Regno Unito (3,3 milioni di litri e 66%), Colombia (2,8 milioni di litri e 41%), Francia (2,7 milioni di litri e 12%) e Italia (2,3 milioni di litri e 88%).

Puntodincontro con dati del Consego Regulador del Tequila