Ore 17.44 – Balzo in avanti del prezzo del grano che fa rincarare in Italia pasta, pane, farina e tanti altri prodotti lavorati. Un chilo di spaghetti, che a settembre nella grande distribuzione si comprava a 1,10 euro, ora ne costa 1,52. Un aumento del 38%.
«Le coltivazioni italiane non soddisfano il fabbisogno dei produttori e siamo costretti a importare grano dall’estero», ha spiegato nei giorni scorsi Vincenzino Rota, presidente di Confagricoltura Roma. Secondo dati di Coldiretti, «il grano duro italiano è pagato agli agricoltori nazionali meno di quello proveniente da altri Paesi, che pesa per il 40% sulla produzione di pasta».
Il Messico, una delle nazioni fornitrici dell’Italia, è il terzo esportatore mondiale di grano duro e la sua principale area di produzione è la valle del Yaqui, nello Stato settentrionale di Sonora. Secondo il Centro internazionale di miglioramento del mais e del grano (CIMMYT), dal 2002 la ridotta disponibilità di acqua irrigua provocata delle scarse precipitazioni e della ricarica degli invasi —combinata con l’aumento della domanda da parte di altri utenti— ha comportato una diminuzione della produzione.
A fine luglio 2021, durante una visita a Roma, il ministro messicano dell’Agricoltura, Víctor Villalobos Arámbula, ha incontrato un gruppo dei principali importatori italiani di frumento con i quali ha affrontato le problematiche relative alla fornitura di grano duro. Il Paese latinoamericano e il Canada «hanno rivisto a ribasso le stime delle scorte, facendone lievitare il valore», ha aggiunto Rota.
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