Ore 12.24 – Benché non sia una tradizione molto diffusa in Messico, l’uovo di Pasqua è divenuto nel tempo in molti altri siti del mondo, tra cui l’Italia, uno dei simboli di questa festività. La tradizione del classico uovo di cioccolato è recente, ma il dono di uova vere, decorate con qualsiasi tipo di disegni o dediche, è correlato a diverse simbologie sin da tempi antichissimi, addirittura precedenti alla nascita della religione cristiana.
Il simbolo principale che ha da sempre rappresentato l’uovo è quello della vita, ma anche quello che riguarda la sacralità ha rivestito un ruolo importante. Alcune culture pagane consideravano il cielo e la terra come due parti che unite formavano un uovo.
La tradizione del dono di uova è documentata già fra gli antichi Persiani, tra i quali era diffusa l’usanza dello scambio di semplici uova di gallina all’avvento della stagione primaverile, seguiti nel tempo da altri popoli antichi, quali gli egizi —che consideravano il cambio di stagione una sorta di primo dell’anno— i greci e i cinesi. Spesso le uova venivano rudimentalmente decorate a mano.
Il Cristianesimo riprese le tradizioni che vedevano nell’uovo un simbolo della vita, rielaborandole nella nuova prospettiva di Cristo risorto. L’uovo infatti somiglia a un sasso e appare privo di vita, così come il sepolcro di pietra nel quale era stato sepolto Gesù. Dentro l’uovo c’è però una nuova vita pronta a sbocciare da ciò che sembrava morto. In questo modo, l’uovo diventa quindi un simbolo di risurrezione.
Nella celebre Pala di Brera (o Pala Montefeltro), datata 1472 circa, Piero della Francesca inserisce sul fondo architettonico, in una nicchia scolpita a conchiglia, un uovo di struzzo. Secondo gli studiosi, sarebbe l’emblema della perfezione divina. La sua posizione leggermente sfalsata rispetto all’asse mediano del quadro simboleggerebbe la superiorità della fede rispetto alla ragione. L’uovo era anche inteso comunemente come simbolo di vita e della creazione. Con questa valenza, inoltre, rimanderebbe alla nascita del figlio del duca di Montefeltro, il committente dell’opera, tanto più che lo struzzo era uno dei simboli della sua casata. Inoltre l’uovo, illuminato da una luce uniforme esprime l’idea di uno spazio centralizzato, armonico e geometricamente equilibrato: l’idea di “centro e fulcro dell’universo”.
Sacra conversazione, Piero della Francesca. Pinacoteca di Brera.
La ricca tradizione dell’uovo di Pasqua decorato è però dovuta all’orafo russo Peter Carl Fabergé, che nel 1883 ricevette dallo zar il compito di preparare un dono speciale per la zarina Maria. L’orafo creò per l’occasione il primo uovo Fabergé, un uovo di platino smaltato di bianco contenente un ulteriore uovo, creato in oro, il quale conteneva a sua volta due doni: una riproduzione della corona imperiale ed un pulcino d’oro. La fama che ebbe il primo uovo di Fabergé contribuì a diffondere la tradizione del dono interno.
Ma sono le uova di Pasqua di cioccolato quelle che hanno avuto la maggiore diffusione, soprattutto a partire dal XX secolo. L’aggiunta, al suo interno, di un regalo è stata probabilmente la molla che ha fatto incrementare la sua popolarità in ambito commerciale. In particolar modo tra i più piccoli. Di fatti, fino a pochi decenni fa, la preparazione delle uova di cioccolato era di pertinenza di esperti artigiani cioccolatai. Però, in tempi più recenti, l’incremento nella richiesta ha reso necessario un processo di tipo industriale. Certo, le uova di Pasqua artigianali restano pregiate, ma la loro diffusione è nettamente inferiore rispetto a quelle commerciali.
Oggi è anche possibile optare per differenti tipi di cioccolata, come quella di soia, quella aromatizzata alla frutta, quella al peperoncino e tanti altri tipi, oltre ovviamente al classico binomio fondente–al latte.
La fortuna delle uova commerciali è da collegarsi alla presenza, al loro interno, di giocattoli in voga. In alcune aree del mondo, all’uovo di cioccolata viene ancora preferito quello classico della gallina. In modo particolare tra i cristiani ortodossi, che vedono nell’uovo di cioccolata l’immagine di una mera strumentalizzazione consumistica della Pasqua.