Ore 07.32 – La perestroika, il crollo del Muro di Berlino, la fine della guerra fredda, il disarmo nucleare, il ritiro dall’Afghanistan: il nome di Mikhail Gorbaciov, spentosi in ospedale all’età di 91 anni dopo una lunga malattia, evoca un’intera epoca di cambiamenti storici conclusasi nel ’91 con il crollo dell’Urss, di cui fu l’ultimo presidente prima di cedere il potere al suo rivale Boris Ieltsin.
Per Gorbaciov non ci saranno funerali di Stato a Mosca, secondo quanto riferisce l’agenzia russa Interfax. “Due fonti informate hanno detto a Interfax che per Gorbaciov non ci saranno funerali di Stato”, scrive l’agenzia.
Gorbaciov arriva dalla provincia, da un villaggio della regione meridionale di Stavropol, dove nasce il 2 marzo 1931 da una famiglia di agricoltori che gli trasmette l’amore per la terra e le cose semplici.
Dopo un’esperienza nel Komsomol —l’organizzazione giovanile del Partito Comunista dell’Unione Sovietica— ancora impregnata di retorica staliniana, sbarca a Mosca all’inizio degli anni Cinquanta e si laurea in giurisprudenza nel 1955.
Negli anni universitari si iscrive al partito comunista e conosce Raissa Titarenko, che con il suo sorriso e la sua eleganza rivoluzionerà l’immagine della first lady sovietica. La sposa poco dopo e resterà la sua amatissima compagna di vita sino alla sua morte, nel 1999.