Ore 13.44 – Alle ore 16 di giovedì 17 novembre, presso il Castello Sforzesco di Milano si parlerà di un grande viaggiatore dell’Ottocento —Carlo Vidua, conte di Conzano— e del suo rapporto con il Messico. La tavola rotonda si svolgerà nell’ambito di BookCity, un’iniziativa culturale sostenuta dal Comune volta a promuovere il mondo del libro e della lettura.
L’evento, dal titolo «Il Messico indipendente visto da un piemontese nel XIX secolo» è curato dal Consolato Generale del Messico a Milano.
Dialogheranno due grandi specialisti di Vidua, lo storico casalese Roberto Coaloa, docente alla Sorbona di Parigi, e Luis Alberto de la Garza, docente all’UNAM di Città del Messico, con Franco Avicolli, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Cordoba (Argentina) e collaboratore della “Domenica” del Sole 24 Ore. Moderatrice dell’incontro sarà l’Ambasciatrice María de los Ángeles Arriola Aguirre, console generale del Messico nel capoluogo lombardo.
L’occasione dell’appuntamento è l’uscita del libro Carlo Vidua. Un viajero por la libertad di Luis Alberto de la Garza. L’opera è frutto delle ampie ricerche realizzate negli archivi italiani sull’esploratore, collezionista e bibliofilo piemontese che, tra molti altri viaggi, ne svolse appunto uno in Messico nel 1826. La singolarità di questa visita in terra azteca sta nell’aver svegliato nel conte la voglia di scrivere una storia sulla guerra che sconvolse la nazione latinoamericana a partire dal 1810, culminata 5 anni prima del suo arrivo con l’atto di indipendenza dalla Spagna firmato dal Consiglio di Stato. A partire da una ricca documentazione inedita ed altri materiali, l’autore si chiede perché Vidua abbia voluto scrivere questa storia e come l’avrebbe fatto se la sua vita non fosse stata interrotta prematuramente.
Presentiamo di seguito un commento di uno dei protagonisti della conferenza, Roberto Coaloa —da trent’anni attento studioso del conte di Conzano—, pubblicato sul bisettimanale d’informazione Il Monferrato.it
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Carlo Vidua in Messico frequentò i personaggi più influenti dell’epoca, come l’ambasciatore degli Stati Uniti, Joel Roberts Poinsett (1779-1851) e il ministro dello Stato messicano Lucas Alamán y Escalada (1792-1853), che nel 1823 aveva fondato l’Archivio generale della nazione e nel 1825 il Museo nazionale messicano. Vidua li conobbe nella capitale del Paese. Con Poinsett strinse una forte amicizia, come si può dedurre dalle lettere; con Alamán y Escalada i rapporti furono cordiali: il nome del politico e storico messicano si trova nei taccuini di viaggio del conte di Conzano e risulta che gli abbia regalato molti materiali per la ricerca sulla storia del Messico. Di Poinsett Vidua acquistò Notes on Mexico, by a Citizen of the United States.
L’interesse di Vidua si focalizzò sulle nuove istituzioni politiche. Le esaminò con grande perizia e attenzione, dimostrando ancora una volta la sua serietà nella ricerca, avendo già tracciata una strada per una compilazione di una storia contemporanea del Messico e di un trattato politico. Vidua, ad esempio, non studiò i reperti del Messico antico. Perché dopo l’esperienza in Egitto e l’interesse dimostrato verso quella civiltà, Vidua non approfittò di quell’occasione unica di viaggio per approfondire lo studio delle antiche civiltà precolombiane?