Ore 12.54 – La ripresa dell’attività turistica internazionale nel 2021 ha escluso la Cina dall’elenco delle prime cinque destinazioni, mentre Messico, Italia, Turchia, Francia e Spagna hanno rappresentato oltre un terzo degli arrivi mondiali, secondo il rapporto Tourism Trends and Policies 2022, pubblicato dall’OCSE il 30 novembre.
Il turismo internazionale è stato decimato dalla crisi sanitaria provocata dalla pandemia di Covid-19, con la ripresa nel 2022 guidata dalla domanda repressa e dalla revoca delle restrizioni di viaggio nella maggior parte dei Paesi. La chiusura delle frontiere e l’introduzione di restrizioni di viaggio hanno visto gli arrivi di turisti in tutto il mondo precipitare del 72% a 409 milioni nel 2020, con un miglioramento solo marginale nel 2021. Questo drastico calo dei flussi turistici ha fatto seguito a sei decenni di crescita costante. Gli ultimi dati disponibili indicano che a livello globale i flussi sono tornati a quasi il 60% dei livelli pre-pandemia alla fine del mese di luglio 2022. Gli arrivi di turisti si sono quasi triplicati nel periodo gennaio-luglio 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021. L’Europa e il Medio Oriente hanno guidato la ripresa (con arrivi che hanno raggiunto rispettivamente il 74% e il 76% dei livelli del 2019), seguiti dalle Americhe e dall’Africa. Gli arrivi nella regione Asia-Pacifico, tuttavia, sono rimasti dell’86% al di sotto dei livelli del 2019 alla fine di luglio 2022.
I Paesi dell’OCSE stanno svolgendo un ruolo trainante, ma la ripresa varia in modo significativo da una nazione all’altra, poiché i governi adottano approcci diversi nelle procedure di riapertura. Gli arrivi negli Stati dell’OCSE sono diminuiti del 68% nel 2020 a 262 milioni, leggermente al di sotto del calo globale. Il piccolo miglioramento registrato nel 2021 (+16% a 303 milioni) ha superato la media globale (+9%) e i dati disponibili indicano che questa tendenza è continuata nel 2022. I Paesi OCSE hanno accolto due arrivi di turisti internazionali su tre nel 2021 (68%, in aumento rispetto al 57% nel 2019). Ciò riflette le diverse misure di risposta adottate dai governi e la precedente riapertura del turismo transfrontaliero in Europa in particolare. Anche l’introduzione accelerata delle vaccinazioni nella maggior parte delle nazioni OCSE ha svolto un ruolo chiave. I Paesi della regione Asia-Pacifico hanno adottato politiche di viaggio transfrontaliere più rigide e queste sono ancora in fase di implementazione. Ad esempio, il Giappone ha riaperto completamente ai turisti internazionali l’11 ottobre 2022.
Lo shock è stato senza precedenti anche negli Stati che hanno registrato il minor calo degli arrivi internazionali nel 2020, con il turismo in entrata bloccato significativamente al di sotto dei livelli del 2019 fino al 2021. Ad esempio, i turisti internazionali in Messico sono diminuiti di quasi la metà (46%) nel 2020, nonostante una strategia di frontiere aperte e il terzo più alto numero di arrivi tra i Paesi dell’OCSE. Australia, Canada, Israele, Giappone e Corea hanno registrato un calo di oltre l’80% degli arrivi nel 2020, mentre Australia, Cile, Giappone e Nuova Zelanda sono stati protagonisti di una diminuzione di oltre l’80% nel 2021. Il Canada ha registrato un leggero miglioramento degli arrivi nel 2021 (+3%), mentre diversi altri paesi, tra cui Grecia (+106% nel 2021), Spagna (65%) e Turchia (88%), hanno registrato una ripresa più forte nel 2021 e nel 2022. Gli arrivi nei paesi membri dell’OCSE e in alcuni altri sono riportati nella Tabella 1.1.
Molti paesi dell’OCSE si sono ripresi fortemente nel 2022, a causa dalla domanda estiva dell’emisfero settentrionale, ma questo recupero non è uniforme. Nel gennaio 2022, il turismo internazionale è rimasto in media del 54,6% al di sotto dello stesso periodo del 2019 nei paesi OCSE che hanno fornito dati. Questo è migliorato di mese in mese, raggiungendo il 19,9% al di sotto dei livelli del 2019 nel luglio 2022. In Europa, Danimarca, Grecia, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia e Spagna hanno registrato arrivi superiori ai livelli del 2019 nel settimo mese dell’anno. Ciò contrasta fortemente con le nazioni confinanti con la Russia e l’Ucraina, dove gli arrivi rimangono significativamente in calo. Alcuni esempi sono l’Estonia (-30%), la Finlandia (32%), la Lettonia (33%) e la Lituania (44%). Anche il turismo nei Paesi della regione Asia-Pacifico è stato inferiore di almeno 40% rispetto ai livelli pre-pandemia nel luglio 2022. Lo evidenziano l’Australia (-44%), il Giappone (-95%) e la Nuova Zelanda (-44%).
Le principali destinazioni e mercati turistici si sono spostati in tutto il mondo, riflettendo l’impatto e la ripresa disomogenei tra i Paesi. Gli arrivi turistici internazionali in Messico e Turchia hanno superato gli Stati Uniti e, insieme a Francia, Italia e Spagna, queste cinque destinazioni hanno ricevuto quasi il 38% degli arrivi mondiali nel 2021. Anche la Repubblica popolare cinese è uscita dalle prime cinque destinazioni e, al momento in cui scriviamo, rimane chiusa ai turisti internazionali. Allo stesso modo, i viaggi in uscita rimangono limitati dalla Cina, in precedenza il più grande mercato in uscita del mondo e una potenza dell’economia del turismo globale.