Ore 10.42 – Grandi differenze separano i Paesi dell’Unione europea in tema di costo orario medio del lavoro: se la media Ue è di 30,5 euro lordi (34,3 euro nell’intera area dell’euro), Bulgaria e Romania sono lontane con 8,2 euro e 9,5 euro rispettivamente. In cima alla graduatoria c’è il Lussemburgo con 50,7. Il risultato per l’Italia è sotto la media con 29,4 euro (compresi 27.8% di costi non salariali), un valore 3-4 volte più alto rispetto ai due Paesi dell’Est europeo meno cari.
Ma il divario diventa considerevolmente maggiore se prendiamo il Messico come punto di confronto: nel Bel Paese un lavoratore a tempo pieno presta servizio circa 160 ore al mese, per cui l’erogazione media mensile del datore di lavoro si aggirerà sui 4.700 euro lordi.
Sulla base di uno studio tecnico preparato dalla Comisión Nacional de Salarios Mínimos del Paese latinoamericano per stimare il reddito mensile medio della popolazione occupata subordinata e dipendente durante il quarto trimestre del 2022, i lavoratori maschi nella zona franca del confine nord del Paese hanno ricevuto il reddito più alto: 10.736 pesos lordi al mese.
Sommando a questo importo il costo aggiuntivo approssimativo (25%) dell’assunzione di un collaboratore in Messico —determinato da contributi previdenziali, partecipazione agli utili, ferie e altri benefici legali— si arriva a un importo totale di 13.420 pesos, corrispondenti a 678 euro.
Il valore è 6-7 volte più basso rispetto all’Italia e circa la metà del costo medio in Bulgaria. Questi dati si riferiscono al settore formale del mercato del lavoro.
Le fonti utilizzate sono il rapporto Hourly Labor Costs 2022 di Eurostat, l’ufficio statistico della Commissione europea, e l’Informe Mensual del Comportamiento de la Economía, pubblicato in Messico dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale e dalla Commissione nazionale dei salari minimi. Il rapporto Eurostat è stato diffuso a fine marzo 2023, mentre il volume STPS/CONASAMI consultato è quello di febbraio 2023.
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