Ore 18.19 – L’Ambasciata del Messico in Italia ha riferito oggi di aver trasmesso la sua protesta e indignazione alle autorità italiane per la vendita in un’asta organizzata a Roma di pezzi appartenenti al patrimonio messicano e ha sottolineato che devono essere rubati o falsi.
«In merito ad un parere rilasciato dall’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia del Messico —afferma un messaggio pubblicato su Twitter dalla rappresentanza diplomatica— «su quella che sembra essere un’asta gestita dal sito di vendita Casa Bertolami Fine Arts di Roma, l’Ambasciata del Messico in Italia riporta quanto segue: secondo una stima, tra i pezzi ce ne sono 17 che appartengono al patrimonio archeologico del Messico, motivo per il quale manifestiamo alle autorità italiane il nostro sgomento e la nostra indignazione per la vendita di materiale archeologico messicano, sia dal punto di vista culturale, sia nell’ambito giuridico».
«Questo tipo di aste e vendite danneggiano il patrimonio culturale e storico del Messico e dell’umanità. I pezzi vengono decontestualizzati e trafficati come oggetti decorativi, lasciando da parte tutto il loro valore storico e culturale».
«Per quanto riguarda la legalità dell’asta, la legge messicana vieta l’uscita di dette merci dal Paese dal 1934 e, in assenza di certificati di esportazione, si intende che si tratta di pezzi rubati e sottratti illegalmente dal Messico».
«Pertanto, l’Ambasciata del Messico in Italia esprime il suo sgomento e ferma protesta ed avverte i potenziali acquirenti che gli oggetti di origine preispanica sono pezzi rubati o contraffazioni di recente fabbricazione».