Ore 05.53 – Il Comune di Sansepolcro, Civita Mostre e Musei e Diffusione Italia International Group hanno deciso di prorogare sino al 14 novembre 2021 l’apertura della mostra su Frida Kahlo allestita nel Museo Civico del comune toscano in provincia di Arezzo.
«Visto il successo dei numeri e, soprattutto, rilevato l’alto gradimento dei visitatori, abbiamo deciso, congiuntamente con Opera Laboratori Fiorentini e Civita, di prorogare la mostra fotografica su Frida Kahlo. Pertanto, fino al 14 novembre, continua l’omaggio di Sansepolcro ad un’artista, molto amata anche dai giovani, che incarna uno di quei casi in cui arte e biografia si intersecano inscindibilmente, rendendo unico un personaggio», ha dichiarato la direttrice del Museo Civico, Maria Cristina Giambagli.
Attraverso un centinaio di scatti, per la maggior parte originali, la mostra ricostruisce le vicende della vita dell’artista messicana, alla ricerca delle motivazioni che l’hanno trasformata in un’icona femminile a livello internazionale.
Le foto di Frida furono realizzate dal padre Guillermo durante l’infanzia e la giovinezza della figlia e poi da alcuni dei più̀ grandi fotografi della sua epoca: Leo Matiz, Imogen Cunninghan, Edward Weston, Lucienne Bloch, Bernard Silbertein, Manuel e Lola Alvarez Bravo, Nickolas Muray e altri ancora. In questo straordinario “album fotografico” si rincorrono le vicende, spesso dolorose, ma sempre appassionate di una vita, oltre agli amori, alle amicizie e alle avventure di Frida.
In mostra è esposto anche un gruppo di piccole fotografie intime di Frida, scattate in formato polaroid dal gallerista Julien Levy.
Il percorso di mostra ricostruisce il contesto in cui si affermò la personalità della pittrice: è il Messico del primo Novecento, attraversato da una rivoluzione che ne cambiò la storia. L’epopea e il mito della rivoluzione messicana restarono impresse nella mente di Frida, alimentando il suo senso di ribellione verso le convenzioni e le imposizioni di una società fortemente maschilista. In questo contesto si innestano le vicende della famiglia Kahlo. Guillermo, il padre, fu un fotografo di professione di origine tedesca, giunto in Messico nel 1891 e ben presto innamoratosi del Paese che lo accolse. La sua attività è testimoniata da alcune fotografie realizzate su incarico del governo austriaco, per documentare le chiese del Messico, erette nel periodo coloniale.
Il linguaggio di Frida nella pittura è appassionato, viscerale, caratterizzato dall’assenza di ipocrisie e dai contenuti impietosamente autobiografici. Tutta la sua opera è una forma di autoanalisi, alla ricerca di una propria identità̀ e di una ragione di vita. Nei suoi numerosi autoritratti l’artista nata nel quartiere Coyoacán della capitale messicana non temeva di mettere a nudo le proprie debolezze e le proprie inquietudini. Accanto a Frida è spesso ritratto Diego Rivera, il pittore e muralista con cui condivise un rapporto intenso e turbolento, che ha attraversò gran parte della sua vita. Ma appaiono anche altri personaggi, come Leon Trotsky e André Breton.
In mostra sono esposti infine alcuni documenti come il catalogo originale della mostra di Frida, organizzata da André Breton a Parigi, il primo “manifesto della pittura rivoluzionaria” firmato da Breton e Rivera, una documentazione fotografica della sua famosa Casa Azul e un grande dipinto realizzato dal pittore cinese Xu De Qi che riproduce Las Dos Frida. La mostra si chiude con un video che raccoglie le poche immagini filmate della grande artista messicana.
Il catalogo, curato da Vincenzo Sanfo è edito da Papiro Art. I servizi di accoglienza nel museo e in mostra sono gestiti da Opera Laboratori Fiorentini.