Ore 04.26 – L’Inps —il principale ente previdenziale del sistema pensionistico pubblico italiano— ha informato che dal 1° gennaio 2022 le pensioni lorde aumenteranno tra l’1,2 e l’1,6%. Questa “perequazione” —si legge in una nota dell’istituto— è la rivalutazione annuale degli importi per adeguarli al costo della vita secondo cifre determinate dall’Istat. Ha l’obiettivo di proteggere il potere d’acquisto dei beneficiari, mettendolo al riparo, almeno in parte, dall’erosione dovuta all’inflazione.
Una successiva elaborazione, che verrà applicata sulla rata di marzo 2022, correggerà ulteriormente gli importi in modo tale che l’aumento per il 2022 sia pari ad un intervallo compreso tra 1,275% e 1,7%.
A seconda dell’importo dell’assegno pensionistico, le percentuali di aumento verranno determinate in base a fasce calcolate in relazione alla pensione minima. In particolare, al crescere dell’assegno si applicherammo percentuali decrescenti. Per effetto di questo meccanismo, solo le quote più basse sono integralmente garantite contro l’inflazione, mentre le fasce più alte sono destinate a perdere progressivamente, almeno in parte, il loro potere d’acquisto.
L’aumento verrà applicato a tutti i trattamenti pensionistici erogati dalla previdenza pubblica, dalle gestioni dei lavoratori autonomi, dalle gestioni sostitutive, esonerative, esclusive, integrative ed aggiuntive. Si applica alle pensioni dirette e a quelle ai superstiti (pensione di reversibilità e pensione indiretta), indipendentemente dal fatto che esse siano integrate al trattamento minimo.
Rispetto al 2021, quindi, dopo l’aumento applicato alla rata di marzo 2022, le pensioni di importo fino a 2.062,32 euro otterranno un incremento dell’1,7%; le pensioni tra 2.062,33 euro e 2.577,90 euro saranno rivalutate dell’1,53% e le pensioni di importo superiore a 2.577,90 euro verranno incrementate dell’1,275%.