Valentina Buzzurro, un’attrice italiana in Messico

Valentina Buzzurro, un’attrice italiana in Messico

Ore 06.08 – Ha 21 anni, è nata ad Agrigento, in Sicilia, ed è arrivata in Messico con la sua famiglia quando ne aveva 8. Ma, nonostante la sua giovane età, Valentina Buzzurro ha già interpretato ruoli importanti in sei film per il grande schermo, tre cortometraggi, cinque produzioni televisive, cinque serie —per Netflix, Amazon Prime e BTF media— e tre videoclip.

Un curriculum costruito negli ultimi 10 anni a base di talento, preparazione accademica alla scuola di recitazione La Casa Azul e molto lavoro, arricchito recentemente anche da un paio di masterclass a Taormina con Nicole Kidman e Oliver Stone.

Senza dubbio una realtà attuale e una promessa per il futuro nel mondo del cinema e della recitazione.

L’abbiamo intervistata a Città del Messico, dove vive e lavora.

Come è cominciata la tua avventura nel mondo della recitazione?

Tre anni dopo essere arrivata in Messico, mentre frequentavo normalmente le elementari, ho dovuto prendere una decisione. Facevo la tuffatrice, e mi volevano far firmare un contratto con cui mi impegnavo ad andare per quattro anni dal lunedì al sabato 4 ore al giorno ad allenarmi.

Ho detto ai miei genitori che non era quello che volevo fare nella vita e che il mio sogno era diventare attrice.

Loro mi hanno appoggiato e, tre settimane dopo essere entrata alla scuola di recitazione, sono venuti i produttori del film Viento Aparte a fare un casting.

Hanno scelto me per interpretare il personaggio protagonista, per cui da quel momento tutto è cominciato a succedere molto in fretta ed ho potuto confermare che il mondo del cinema, il teatro e la televisione era effettivamente ciò che mi interessava.

Poi ho partecipato al Señor de los cielos, una serie sul traffico di droga in Messico. È iniziata così una catena di riferimenti in cui ogni volta sono stata invitata a interpretare ruoli diversi in varie produzioni e ho lavorato in sei film, di cui uno in italia, intitolato Aritmia con Gibrán Bazán, girato a Siracusa e ad Agrigento, seguito da Olimpia, basato sui fatti di Tlatelolco a Città del Messico nel 1968.

Con Televisa ho fatto Vencer el desamor, la mia prima “telenovela”, e Vencer el pasado. Più recentemente ho interpretato un ruolo nella serie El Rey, la biografia di Vicente Fernández, che andrà in onda nei prossimi mesi, e adesso ne sto registrando un’altra per Netflix, su cui non posso fornire informazioni. Prima della fine del 2022 farò anche un’opera di teatro.

Che differenza c’è tra interpretare un ruolo in una telenovela ed essere attrice in una produzione cinematografica?

È molto diverso. Nel cinema è tutto più naturale e la cinepresa segue te, mentre in televisione devi essere tu a sapere dove sono le telecamere, stare attenta a non toccare il microfono e ad altri aspetti di carattere tecnico. Inoltre, nelle novelas il tono è molto più melodrammatico, forse più esagerato. La gente deve sapere cosa ti passa per la testa, a differenza del cinema, dove il contatto con il pubblico si basa sull’identificazione con il personaggio. Inoltre quando si gira un film, io faccio al massimo sette scene al giorno, mentre in tv ne sto facendo anche 35. Lavoro dal lunedì al sabato dalle 7 del mattino fino alle 11 di sera.

Nella tua carriera ti è servito essere italiana?

Moltissimo. Per esempio, quando ho fatto il provino per il film statunitense, e per me una delle cose più interessanti è stata proprio quella di recitare in inglese con il regista E.J. Foerster, mi ha chiesto di raccontargli di me e, quando ha saputo che ero siciliana, immediatamente c’è stata una grande simpatia reciproca perché la sua ex-moglie era di Messina e questo ha portato all’emergere di molti spunti di conversazione comuni. Quando ho fatto qui in Messico il casting per “Aritmia”, una delle ragazze mi ha chiesto di parlare in italiano, ha riconosciuto il mio accento e mi ha chiesto «Sei siciliana, vero?», le ho detto di sì e mi ha fatto sapere subito che il film si sarebbe girato in Sicilia. Credo che sia stato un dettaglio importante.

Essere italiana, inoltre, è stato decisivo anche nella mia scelta tra gli attori partecipanti alla serie “Luis Miguel” di Netflix, in cui ho interpretato il personaggio di Alessandra.

Dove vorresti arrivare? Quali sono i tuoi sogni?

Un paio d’anni fa avrei detto a Hollywood. Ma, senza montarmi la testa, oggi posso dire che vorrei continuare a fare ciò che sto facendo: l’attrice. Con umiltà. Mi piace molto il cinema e devo ammettere che uno dei miei sogni sarebbe partecipare ad un film biografico. È un genere che mi ha sempre attratto molto. E poi, ovviamente, vorrei lavorare di nuovo in una produzione italiana, per il grande schermo o la televisione.

Vuoi aggiungere qualcosa prima di concludere questa breve intervista, Valentina?

Sì: mi piacerebbe che arrivassero più film italiani in Messico e più produzioni messicane in Italia. Aiuterebbe a rompere gli stereotipi e ad ampliare la conoscenza reciproca di entrambi i Paesi.

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