Ore 06.08 – Complessivamente le risorse destinante alla ricerca e allo sviluppo previste nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) ammontano a circa 17 miliardi di euro.
Anche limitandoci ai bandi già pubblicati o in corso di pubblicazione —che includono i Progetti di ricerca di interesse nazionale (Prin), gli ecosistemi per l’innovazione, i campioni nazionali di ricerca e sviluppo, le infrastrutture di ricerca e i partenariati estesi— si arriva a una cifra pari a circa 6,9 miliardi di euro.
Per farsi un’idea dell’ordine di grandezza, basti considerare che l’ultimo finanziamento destinato a questo settore —nello specifico il bando PRIN pubblicato nel 2020 e tuttora in corso di attuazione— è pari a 178 milioni di euro.
Nel periodo 2021-2026, quindi, saranno stanziate quasi 40 volte più risorse rispetto al 2020, ma le associazioni di ricerca italiane stabilite all’estero non sono incluse tra i beneficiari dei programmi.
«Stiamo monitorando la situazione», ha detto a Puntodincontro Simone Lucatello, presidente dell’Associazione dei Ricercatori Italiani in Messico (nella foto).
«Purtroppo» —ha aggiunto— «non c’è un capitolo per le associazioni di ricerca all’estero. Tutto è in funzione di attività svolte in territorio italiano. Abbiamo già inviato degli scritti e attraverso le associazioni esiste un movimento congiunto informale. Sono stati stabiliti anche contatti con il Senato a Roma, ma fino a adesso non abbiamo ottenuto risposta».
«Quello che posso affermare» —ha sottolineato Lucatello— «è che aumenteranno i fondi per il ritorno dei cosiddetti “cervelli in fuga”. Questo capitolo è sempre stato il vincolo con le associazioni di ricerca all’estero e teoricamente dovrebbero crescere gli stanziamenti disponibili per il rientro in patria dei ricercatori italiani in differenti discipline. Questo è quello che sappiamo finora, ma dobbiamo dobbiamo trovare il modo di fare pressione», ha concluso.
Lucatello ha ricevuto nel 2021 dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’onorificenza della Stella d’Italia per i suoi meriti «[…] come docente presso il centro pubblico federale Instituto de Investigaciones Dr. José Maria Luis Mora, del CONACYT, il Consiglio Nazionale delle ricerche e della tecnologia del Messico, e per appartenere al gruppo degli esperti dell’ONU in materia di cambiamenti climatici, massimo organo scientifico globale nel campo del clima, riconosciuto con il premio Nobel per la Pace nel 2007».