Ore 08.31 – Le aree coltivate in forte pendenza —concentrate soprattutto in Messico e in Italia, ma anche in Etiopia e Cina— sono significativamente più minacciate dal cambiamento climatico rispetto alla media della superficie agricola globale.
Lo afferma lo studio Future climate-zone shifts are threatening steep-slope agriculture —realizzato dal Dipartimento di Territorio e Sistemi Agro-Forestali dell’Università di Padova e pubblicato su Nature Food—, secondo il quale tra tre generazioni le zone coltivate più estese saranno interessate da un clima più caldo, che comporterà un calo della disponibilità di acqua per l’irrigazione e la produzione alimentare.
«La nostra ricerca» —spiega il professor Paolo Tarolli, autore dell’analisi assieme a Wendi Wang e Anton Pijl— «dimostra che le aree agricole in forte pendenza, spesso caratterizzate da un’alta specializzazione nella gestione dell’acqua derivante da antichi saperi tradizionali, saranno quelle maggiormente minacciate dal cambiamento climatico, soprattutto dalla siccità».
I sistemi agricoli in aree a forte pendenza, sebbene rappresentino una frazione ridotta della superficie totale, sono di rilevanza per diversi aspetti. Il più importante riguarda la conservazione del patrimonio storico-culturale: si tratta, infatti, di zone riconosciute dalle Nazioni Unite e protette da iniziative come i siti patrimonio dell’umanità UNESCO e patrimonio agricolo globale GIAHS (FAO). Esempi di questi territori sono il geoparco mondiale della Mixteca Alta in Messico e le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene in Italia.
I risultati sono stati ottenuti partendo dalla proiezione delle zone climatiche attuali (1980-2016) a fine secolo (2071-2100), secondo lo scenario di concentrazione di gas serra RCP8.5, ovvero senza l’adozione di iniziative a favore della protezione del clima e, pertanto, con crescita delle emissioni ai ritmi attuali.
Sono stati utilizzati dati satellitari e territoriali open-access, analizzati tramite la piattaforma online Google Earth Engine, in modo che la metodologia possa essere replicata non solo da scienziati, ma anche da operatori del settore agricolo ed enti per la gestione del territorio.
«In questo lavoro» —ha aggiunto Tarolli— «abbiamo prodotto una mappa globale ad alta risoluzione dei paesaggi agricoli collinari e di montagna, analizzando la loro distribuzione nelle zone climatiche attuali (tropicale, arido, temperato, freddo, polare) e nelle proiezioni climatiche future».
Conozco personalmente el precioso trabajo que el Profesor Tarolli hace en varios lugares del mundo. Sin embargo, lo que el profesor Tarolli presenta non es nuevo. Los problemas que estas áreas agrícolas con fuerte pendiente tienen no son una novedad. Por ejemplo: erosión acelerada del suelo, exceso de agua de escorrentía superficial, deslizamiento de tierra. Sin embargo algunas áreas en Italia que son consideradas expuestas a estos riegos, e indicadas en el articulo de Tarolli, como el área del Prosecco, son áreas que han recibido acción antrópica muy extrema, como el nivelamiento de tierra por medio de bulldozer para preparar nuevas superficies con viñedos. Entonces aquí no se trata de agricultura heróica. La realidad es, a veces, muy diferente con respecto a lo que parece superficialmente.
Quien esté interesado, y quiera profundizar el tema, me puede escribir a la dirección lborselli@gmail.com
Saludos cordiales,
Lorenzo Borselli
Dear Lorenzo,
in this paper the main focus was not soil erosion in agriculture (as in several of my recent articles) instead mapping for the first time the global steep slope agriculture areas and then analyse for these the potential climate shift. We showed that the expansion of arid zones for such places could be an issue.
Ciao and I hope so see you soon!
Paolo