Messico: Camera approva la riforma per la nazionalizzazione del litio

Messico: Camera approva la riforma per la nazionalizzazione del litio

Ore 07.18 – La Camera dei deputati del Messico ha approvato la riforma della legge sul settore minerario che nazionalizza le riserve di litio. La riforma è stata approvata con 275 voti a favore, 24 contrari e 187 astensioni. La legge qualifica il litio come minerale strategico di proprietà esclusiva dello stato messicano e prevede che a farsi carico delle attività di esplorazione, estrazione, industrializzazione e vendita sia un organo pubblico. La legge passa ora al Senato per l’approvazione. Il minerale è sempre più richiesto, tra le altre cose, per l’uso nei telefoni cellulari, per le batterie elettriche di nuova generazione e nella medicina.

L’approvazione arriva dopo che la Camera ha respinto la proposta di riforma costituzionale del settore dell’energia elettrica, uno dei provvedimenti più emblematici del governo del presidente messicano, Andrés Manuel López Obrador. Il testo, che avrebbe dato alle compagnie pubbliche la centralità nel mercato dell’elettricità, non ha superato il quorum dei due terzi (332 “sì”) necessario per una legge costituzionale: a favore hanno votato 257 deputati della maggioranza, con in testa il Movimento di rigenerazione nazionale (Morena), contro i 223 “no” delle opposizioni, Partito rivoluzionario istituzionale (Pri), Partito di azione nazionale (Pan) e Partito della rivoluzione democratica (Prd).

Il presidente del Messico, Andrés Manuel Lopez Obrador, ha accusato i deputati che hanno respinto la proposta di riforma costituzionale del settore dell’energia elettrica di aver tradito il Paese. «Credo che sia stato commesso un atto di tradimento da parte di un gruppo di legislatori che invece di difendere gli interessi del popolo della nazione, invece di difendere ciò che è pubblico, sono diventati aperti difensori delle imprese straniere dedite al furto», ha dichiarato il capo di Stato in una conferenza stampa tenuta nel Palazzo Nazionale. «Questi deputati hanno sostenuto i saccheggiatori», ha aggiunto, definendo l’accaduto «deplorevole», ma non inaspettato. Il progetto, presentato a settembre, puntava a dare alla Commissione federale dell’elettricità (Cfe) una quota del 54 per cento del mercato e un ruolo di regia del settore, annullando la liberalizzazione varata nel 2013 sotto la presidenza di Enrique Peña Nieto (nova.news).

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