De Chiara: «Messico, un mercato che merita maggiore attenzione»

De Chiara: «Messico, un mercato a cui conviene dedicare maggiore attenzione»

Ore 13.48 – Il programma Rai L’Italia con Voi ha aperto la puntata di ieri, 11 maggio 2022, con un’intervista che la sua conduttrice, Monica Marangoni, ha realizzato all’Ambasciatore italiano in Messico, Luigi De Chiara.

Parliamo di un Paese meraviglioso, il Messico, grande sei volte l’Italia e dalla storia antichissima, diventato negli anni una meta esotica per vacanze da sogno. Ma esistono anche luoghi poco noti. Quali altri aspetti, Ambasciatore, meriterebbero di essere conosciuti dai turisti?

In realtà il Messico dal punto di vista turistico è relativamente poco conosciuto in Italia e in Europa perché le visite si concentrano prevalentemente sulla costa caraibica, la famosa Riviera Maya, e su qualche sito archeologico del sud del Paese.

Il Messico è una nazione molto simile all’Italia per quanto riguarda la differenziazione culturale e presenta aree naturalistiche molto diverse fra di loro. Tutta la parte centrale è estremamente interessante da un punto di vista storico e artistico, poi c’è il Nord con i deserti, la Baja California con le spiagge sul Pacifico e la stessa Città del Messico è una metropoli estremamente vibrante, che offre notevolissimi spunti di interesse in ambito gastronomico, dal punto di vista artistico e dal punto di vista storico.

Questa scarsa conoscenza del Messico è un po’ un impedimento rispetto al potenziale di relazioni che abbiamo con l’Italia e direi anche forse con il resto dell’Europa, eccezion fatta per la Spagna.

Il Messico forse non colpisce l’interesse degli italiani perché fra i Paesi della costa atlantica di tutto il continente americano, dal Canada fino all’Argentina, è quello che ha ricevuto storicamente il minor flusso di immigrazione, quindi diciamo che nel nostro codice genetico degli ultimi 100-150 anni non siamo stati abituati a interessarci di un Paese che, però, è molto importante, anche dal punto di vista economico.

A proposito di questo, Ambasciatore, oltre al turismo, quali opportunità di lavoro si potrebbero trovare venendo in Messico?

Il Messico geograficamente appartiene al Nordamerica. Ha una economia straordinariamente integrata con quella degli Usa e del Canada e, dal punto di vista degli scambi commerciali, dopo l’esperienza con il Covid di catene di valore troppo lunghe, la competizione strategica fra Cina e gli Stati Uniti fa prevedere che si formerà sempre di più una fortezza produttiva nordamericana, dove il Messico diventa la porta d’accesso a tutto il mercato di questa regione.

Le aziende italiane che hanno deciso di realizzare investimenti produttivi in Messico lavorano non solo con l’importante mercato interno in crescita di un Paese di 130 milioni di abitanti e 27 anni di età media, ma soprattutto con i mercati del Nordamerica, considerando che un anno e mezzo fa è entrato in vigore il nuovo accordo T-MEC, per cui esportare dal Messico agli Usa o al Canada prevede dei dazi praticamente pari a zero.

Ad eccezione delle società del settore turistico e della ristorazione, tutte le imprese italiane, anche dopo due anni negativi come lo sono stati quelli dell’emergenza sanitaria, hanno registrato bilanci fortemente postivi in virtù di una economia regionale trainata dalla crescita della domanda degli Stati Uniti. Sono profitti che poi servono anche a mantenere i bilanci in ordine e i posti di lavoro in Italia.

Ci può dire quanti sono gli italiani presenti in questo momento in Messico, quante le aziende italiane e di cosa si occupano principalmente?

Qui abbiamo una situazione abbastanza variegata. I numeri dell’emigrazione, della presenza italiana in Messico, sono contenuti: circa 25mila connazionali registrati all’AIRE e calcoliamo che ce ne siano almeno altrettanti che gravitano sul Messico anche senza aver spostato la residenza dall’Italia.

Per quel che riguarda la presenza economica, abbiamo grandi imprese in vari settori. Nel comparto energetico ci sono importanti investimenti sia di Eni, nel campo dei combustibili fossili con i giacimenti nel Golfo del Messico, sia di Enel Green Power, perché il Messico è anche un paradiso per quel che riguarda la disponibilità di vento e di sole. Nel settore automobilistico abbiamo un importantissimo investimento di Pirelli, che probabilmente nel corso dell’anno sarà protagonista di un annuncio molto, molto importante. Sempre nel settore automobilistico, risaltano aziende come Brembo ed Eurotranciatura, che produce parti del motore elettrico di Tesla.

Sono tutte esperienze molto positive e, direi, ancora pionieristiche dal punto di vista delle opportunità esistenti in un Paese dove le nostre esportazioni in valore sono del tutto simili a quelle che registriamo in nazioni di cui quotidianamente si parla di più in Italia, come il Brasile, il Canada, l’India e la Corea del Sud. Grandi prospettive, quindi, per un Paese ancora molto giovane e che vanta una serie di caratteristiche strutturali come la posizione geografica, la disponibilità di mano d’opera e l’esistenza di una struttura accademico-universitaria di tutto rilievo che produce ogni anno 200-250mila ingegneri.

Un mercato senz’altro interessante al quale probabilmente ci conviene dedicare maggiore attenzione.

Ricordiamo che il Messico è uno dei pochi Paesi che ha deciso di non imporre misure restrittive durante la pandemia. Com’è adesso la situazione?

La situazione in questo momento è paragonabile a quella prevalente in Europa e nel Nord America. Continuiamo ad avere un numero di contagi piuttosto sostenuti, anche se non siamo ai drammi, dal punto di vista dei ricoveri e dei decessi, di un anno, un anno e mezzo fa.

Il Messico, in effetti, in virtù dell’apertura della sua economia ed essendo un Paese il cui comparto turistico è molto importante sul prodotto interno lordo, ha scelto di non chiudere aeroporti o possibilità di accesso.

Dal punto di vista dell’attività dell’Ambasciata, dell’Istituto di Cultura e delle altre strutture che formano il Sistema Italia in Messico, come la Camera di Commercio e l’Istituto per il Commercio Estero, abbiamo deciso di innovare la nostra attività, fomentando la possibilità di organizzare riunioni virtuali. Devo dire che questo è stato molto apprezzato, soprattutto dal punto di vista culturale.

Abbiamo lanciato lo slogan «La cultura italiana non si ferma» ed abbiamo avuto un programma intensissimo che ha continuato a proporre attività estremamente interessanti in un Paese molto attivo culturalmente e artisticamente e che ha grande stima e simpatia per tutto ciò che si produce in Italia.

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