Ore 15.55 – Il Senato ha confermato la fiducia al governo approvando la risoluzione sulle comunicazioni del presidente del Consiglio presentata da Pier Ferdinando Casini con 95 voti a favore e 38 contrari. I senatori del Movimento 5 Stelle, della Lega e di Forza Italia non hanno votato.
I numeri sono troppo esigui e secondo alcune fonti, Mario Draghi annuncerà giovedì mattina nell’aula della Camera, all’inizio della discussione generale, la propria intenzione di andare a dimettersi al Quirinale senza ascoltare il dibattito. La seduta è convocata per le ore 9:00 (le 2 di notte nel Messico centrale). Dopo un breve consiglio dei ministri, si recherà dal presidente Sergio Mattarella. Prende corpo così l’ipotesi dello lo scioglimento del Parlamento e delle elezioni anticipate.
In base all’articolo 61 della Costituzione, «le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti. La prima riunione ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni. Finché non siano riunite le nuove Camere sono prorogati i poteri delle precedenti». A questa disposizione occorre aggiungere la norma elettorale per cui il decreto che fissa la data del voto deve essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale «non oltre il 45º giorno antecedente quello della votazione».
Infine va anche considerata la disposizione relativa al voto degli italiani all’estero, che prevede che l’elenco provvisorio degli aventi diritto vada comunicato dal ministero dell’Interno a quello degli Esteri 60 giorni prima della data delle elezioni.
Sciogliendo le Camere nel prossimo fine settimana, insomma, sarebbe possibile votare sia il 25 settembre, se si considera il termine dei 60 giorni, sia il 2 ottobre, in questo caso però partendo da domenica prossima, 24 luglio.