Ore 09.40 – È di circa 5 milioni di euro all’anno il giro d’affari tra il Messico e la Calabria, secondo le informazioni presentate durante l’incontro svoltosi la settimana scorsa a Cosenza tra alcune associazioni imprenditoriali locali e l’ambasciatore del Messico in Italia, Carlos García de Alba per potenziare le relazioni economiche e commerciali.
Calabria e Messico, in particolare, hanno trovato un’ottima intesa nei settori dell’agroalimentare e dell’impiantistica meccanica, ma l’obiettivo reciproco è allargare gli orizzonti di importazioni ed esportazioni ad altri comparti. «Abbiamo necessità di organizzarci in maniera efficace e la Calabria deve sapersi rappresentare come capace di favorire nuovi investimenti e di trovare nuovi mercati per le proprie produzioni», ha spiegato il presidente della costola cosentina di Confindustria, Fortunato Amarelli. «Creare nuove alleanze, in un momento economicamente incerto, significa guardare al futuro con speranza».
«Ci stiamo spendendo molto per la creazione di diplomazie economiche affinché la quota di internazionalizzazione aumenti in maniera considerevole», ha detto il presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara. «Lavoriamo per attrarre maggiori investimenti sfruttando anche la presenza di 14 zone economiche speciali (ZES), in cui si trovano agevolazioni importanti».
Le ZES calabresi comprendono aree ricadenti nei principali nodi di trasporto portuali (Reggio Calabria, Gioia Tauro, Corigliano Calabro, Villa San Giovanni, Crotone, Vibo Valentia) e aeroportuali (Lamezia Terme, Crotone, Reggio Calabria), nonché le aree industriali contigue ai suddetti nodi (Gioia Tauro, Crotone, Vibo Valentia, Schiavonea-Corigliano-Rossano e Lamezia Terme).
Con ogni probabilità, nel 2023, proprio a Cosenza, verrà aperto un Consolato onorario del Messico, che andrà ad aggiungersi alla rete di sedi diplomatiche del Paese latinoamericano presenti in Italia. «Il Messico ha in atto considerevoli investimenti in Italia, dove siamo presenti in settori economici rilevanti», ha sottolineato García de Alba.
«Il nostro apporto in Italia è più forte di quello che in realtà si conosce: basti pensare che il nostro Paese è il primo produttore mondiale di argento e tra i maggiori di oro, oltre che di altri minerali, e funzionano bene le esportazioni del settore computer e prodotti di elettronica, così come quello dei prodotti chimici. Ma vogliamo elevare anche il rapporto politico attraverso la risorsa della diplomazia pubblica per una maggiore visibilità in Italia».