Ore 06.59 – Fra poche ore —il 27 settembre all’1.15 italiana (il 26 settembre alle 18.15 nel Messico centrale)— la sonda Dart della Nasa centrerà Dimorphos, il più piccolo dei due asteroidi del sistema Didymos. Lanciato a più di 23mila chilometri orari, Dart avrà lo scopo di deviare l’orbita del suo bersaglio.
Lo scontro avrà luogo a 12 milioni di chilometri dalla Terra e sarà voluto e monitorato. Dart, acronimo di Double Asteroid Redirection Test, è la prima missione al mondo di “difesa planetaria”. Il suo obbiettivo è testare la validità e l’efficacia di un impattatore cinetico, la tecnica con cui si ritiene possibile cambiare la traiettoria di un corpo potenzialmente pericoloso colpendolo con un oggetto lanciato apposta. È una delle strategie con cui si pensa di difendere il nostro Pianeta in caso l’orbita di un asteroide renda plausibile una collisione.
Il sistema binario Didymos non è stato scelto come bersaglio perché punta verso la Terra, ma perché colpendone la “piccola luna”, Dimorphos appunto, che ha un diametro di 160 metri, sarà possibile misurare le eventuali variazioni della sua orbita attorno al corpo primario, Didymos, largo circa 780 metri.
Iniziati alcuni giorni fa, i rilievi scientifici si protrarranno in maniera cumulativa nei prossimi mesi. Per effettuarli, sono cruciali le immagini e i dati che sta già raccogliendo LiciaCube, un minisatellite dell’Agenzia spaziale italiana che effettuerà un passaggio radente avvicinandosi fino a 51 chilometri a Dimorphos tre minuti dopo l’impatto, un tempo ritenuto ideale per inquadrare l’espulsione di materiali sufficientemente sviluppata, ma non ancora rarefatta.
Integrato a Dart e partito lo scorso 21 novembre dalla Vandenberg Space Force Base, in California, LiciaCube è stato progettato e costruito dall’azienda torinese Argotec. Dopo un viaggio congiunto di dieci mesi, lo scorso 12 settembre è stato rilasciato da Dart per prepararsi alla fase più importante della missione.
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