Ore 04.26 – Eni Messico ha consegnato il primo lotto di sacche per la coltivazione di ostriche —basate sul metodo di allevamento australiano— per promuovere questa attività e favorire i produttori del sistema lagunare Carmen-Pajonal-Machona. La cerimonia ha avuto luogo a Sánchez Magallanes, una cittadina dello Stato di Tabasco.
L’allevamento a sacche basculanti, originario dell’Australia, permette alle onde di far impattare le ostriche l’una con l’altra, levigando i gusci e assicurando che la conchiglia sia pressoché perfetta.
La consegna alle prime 8 cooperative è avvenuta ieri, 2 maggio, alla presenza del governatore Carlos Manuel Merino Campos e di alcuni membri del suo esecutivo. All’evento hanno partecipato anche Giorgio Guidi, direttore generale di Eni Messico, e rappresentanti dell’Università Juárez Autonoma del Tabasco (UJAT).
Si tratta del primo passo verso la piena attuazione di un programma integrato con cui la società energetica italiana fornirà agli ostricoltori locali formazione e supporto tecnico, nonché attrezzature specifiche per l’implementazione della nuova tecnologia. Il progetto avrà una durata di quattro anni e prevede la partecipazione di 12 associazioni produttive.
L’iniziativa di Eni Messico mira a migliorare i processi sostenibili per l’ostricoltura —la principale attività economica delle comunità locali— favorendo una produzione di qualità superiore e ampliandone le opportunità commerciali.
L’allevamento di Sánchez Magallanes, unico del suo genere nel Golfo del Messico, fornisce una produzione di 30-50 milioni di semi all’anno.
«Il Messico è un Paese chiave nella strategia di crescita organica di Eni», si legge sul sito dell’azienda. «Attualmente Eni Messico sta producendo oltre 40 mila barili di petrolio equivalenti al giorno (kboed) dal progetto di sviluppo dell’Area 1, il cui completamento è previsto entro il 2025. La società è presente nel Paese dal 2006 e attualmente detiene una partecipazione in otto blocchi di esplorazione e produzione (sei come operatore), tutti situati nel bacino sudorientale del Golfo del Messico».
Foto: Carlos Marí – piedepagina.mx