Ore 02.23 – Puntodincontro ha intervistato qualche giorno fa il geologo Lorenzo Borselli, membro del consiglio direttivo dell’Associazione dei Ricercatori Italiani in Messico (ARIM), sul programma Contributi per visite di ricercatori, docenti, esperti, personalità e operatori culturali del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale (MAECI), in vigore da giugno 2022.
Si tratta di un piano di finanziamento volto ad incentivare lo svolgimento in Italia e all’estero di missioni da parte di scienziati e personaggi della cultura stranieri e italiani.
«Stiamo analizzando il bando ora come ARIM» —ha affermato Borselli— «perché c’è, secondo me, una fragrante discriminazione nei confronti dei ricercatori italiani residenti all’estero. Questo programma prevede che gli stranieri possano andare in Italia con finanziamento, un contributo del MAECI, quando si devono recare a lavorare verso qualche entità del Bel Paese, oppure che gli italiani possano ricevere un maggior appoggio per andare all’estero per un tempo limitato. Fin qui nulla di nuovo, però non c’è nessun riferimento, nessuno, agli italiani residenti all’estero che potrebbero venire in Italia per fare la stessa cosa degli stranieri. Veramente noi non siamo considerati né carne né pesce e quindi al ministero degli Esteri non importa assolutamente nulla, evidentemente, di noi».
«Questa secondo me è una palese di discriminazione» —ha aggiunto lo scienziato della terra e del suolo, esperto di modellistica del dissesto idrogeologico, docente all’Università di San Luis Potosí— «cioè in questo bando se avessimo il passaporto messicano potremmo usarlo per andare in Italia, ma come italiani residenti all’estero, iscritti regolarmente all’AIRE, non possiamo partecipare, perché non è previsto per noi nessun tipo di contributo».
«Vedremo se questa situazione potrà essere affrontata e se ci staranno a sentire come associazione. L’obiettivo sarebbe, scrivendo al MAECI o ai parlamentari che ci rappresentano, presentare la problematica per vedere se ci possono aiutare. Tutto questo, ovviamente, se gli altri membri del Consiglio direttivo dell’ARIM saranno d’accordo, perché dobbiamo ancora riunirci per parlare di questo argomento».
«Posso sbagliarmi, ovviamente questa è una mia opinione personale, però è un tema che dovrebbe essere preso in considerazione, perché purtroppo noi come ricercatori italiani all’estero, siamo considerati molto poco anche dalle aziende italiane in Messico. Tanto per dirne una, io ho avuto riunioni con loro per esplorare la possibilità che ci finanzino, in Messico, una ricerca per delle tecniche che ho sviluppato volte a prevedere e mitigare i movimenti franosi, con risultati molte volte negativi. Non così avviene con aziende in Italia»».
Borselli si trova in questi giorni a Bolzano proprio per impartire corsi di formazione su questo argomento, invitato nel Bel Paese dall’Ordine dei Geologi della Toscana, del Piemonte e del Trentino Alto Adige, e per svolgere attività di ricerca con il CNR per un progetto finanziato da RFI sulla valutazione della suscettibilità di movimenti franosi sulla rete ferroviaria.