Ore 09.07 – Le esportazioni si confermano un solido motore di sviluppo dell’economia italiana. Lo afferma il rapporto 2023 Il futuro è adesso, insieme di Sace —l’agenzia nazionale di servizi finanziari e assicurativi per il commercio estero— presentato giovedì 22 giugno a Milano.
Dopo i risultati ampiamente positivi registrati lo scorso anno (+20%), attribuibili principalmente alla componente prezzi, le vendite all’estero di beni nel 2023 cresceranno del 6,8%, superando i 660 miliardi di euro. L’anno prossimo il ritmo rimarrà sostenuto al +4,6% per poi assestarsi al +3,8% medio annuo nel biennio successivo.
Tra i 10 Paesi identificati nel documento come più favorevoli per quanto riguarda le prospettive è compreso il Messico.
Lo Stato latinoamericano si trova oggi in una posizione molto più centrale nello scenario regionale e globale a causa del fenomeno —in atto dallo scorso anno— del nearshoring, che si sta rafforzando come evidenziato dagli investimenti diretti esteri, tornati ai livelli record della metà dello scorso decennio a oltre 35 miliardi di dollari.
La congiuntura debole degli Stati Uniti getta qualche ombra sulla dinamica economica, ma il ricollocamento di sempre più imprese sul suolo messicano depone a favore di un aumento strutturale della domanda, in particolare originata dai settori produttivi, ma anche di una maggiore sofisticazione della stessa.
Le previsioni per le esportazioni italiane di beni, arrivate già al livello record di 5,6 miliardi di euro nel 2022, rimangono positive: le vendite in Messico sono previste in aumento dell’8,4% nel 2023 e del 5,5% nel 2024.
Bene in particolare i mezzi di trasporto (+7,3% e +6,8%) grazie al forte recupero in corso del settore automobilistico nel Paese e al buon posizionamento messicano nelle filiere dei veicoli elettrici e, in parte, grazie agli effetti collaterali positivi dall’Inflation Reduction Act statunitense.
Molto bene, pur partendo da una base più elevata, la meccanica strumentale (+7,4% seguito da +6,2%), in particolare con riferimento ai macchinari agricoli. Il Messico è già oggi l’11esimo produttore agricolo a livello mondiale ed è cresciuto nell’ultimo decennio abbinando riduzione della superficie coltivata a maggiore produzione; la polverizzazione dei produttori lascia ancora ampi spazi per il consolidamento del settore, insieme all’adozione di migliori tecnologie e di colture a maggiore resa con l’obiettivo di utilizzare sempre meno risorse idriche, scarse in particolare nel Nord del Paese.
Immagine: Sace
Fonte: Sace