Ore 17.44 – Nella classifica Qs World University Rankings quest’anno sono stati rivisti i parametri per aggiudicare i punteggi e questo può aver influito sui risultati. Nella top ten mondiale svettano gli istituti statunitensi e inglesi: in cima al mondo, ormai da parecchi anni, il Mit di Boston, seguito da Cambridge e Oxford. L’unica università europea presente è il Politecnico Eth di Zurigo, che in questa edizione sale dal nono al settimo posto. Da registrare anche l’arrivo tra i primi dieci di un’università asiatica: la National University of Singapore (Nus), che passa dall’undicesima all’ottava posizione al mondo.
Gli atenei messicani
L’Università Nazionale Autonoma del Messico compare tra le 100 migliori case di studio al mondo al posto 93, guadagnando 9 gradini rispetto al 2023. Nel Paese latinoamericano, il secondo posto corrisponde all’Instituto Tecnológico y de Estudios Superiores de Monterrey (ITESM), che ottiene il 184° posto, 14 in meno rispetto al 2023.
Gli atenei italiani
Il risultato migliore tra le italiane lo ottiene il Politecnico di Milano, che sale di 16 posizioni e si piazza al 123esimo posto al mondo; poco dietro la Sapienza: 134esima, con un balzo di quasi quaranta posizioni (era 171esima); al terzo posto fra le italiane l’Università di Bologna: 154esima (era 167esima).
I risultati
A spingere avanti gli atenei del Bel Paese ha contribuito la scelta degli esperti di Qs di ridimensionare il peso del rapporto numerico docenti-studenti, tradizionale punto debole del sistema accademico dello Stivale. In Italia in media si contano 20 studenti per ogni professore, contro i 17 della Francia, i 15 del Regno Unito e i 12 della Germania (dati Ocse).
Nella misurazione della reputazione accademica invece le università italiane sono già fra le prime cento al mondo: l’Alma Mater è 73esima, La Sapienza 74esima, il Polimi 94esimo (e 99esimo nel gradimento dei datori di lavoro). L’ateneo romano, forte sia del recente Nobel per la Fisica a Giorgio Parisi che dell’eccellenza assoluta dei suoi studi classici in cui da anni strappa il primo posto a Oxford e Cambridge, ottiene anche un altro posizionamento molto lusinghiero: è 33esima nell’indicatore che misura il tasso di internazionalizzazione delle sue attività di ricerca scientifica. Seguono, per questo indicatore, l’università di Padova (74esima) e Bologna (75esima).
Foto: Andrea Murcia – Cuartoscuro.com