Lavoro dignitoso, un sogno lontano per il Messico

Lavoro dignitoso, un sogno lontano per il Messico / Foto: Pixabay

Ore 17.53 – Nel 2015, le Nazioni Unite (ONU) hanno stabilito gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG), che mirano a sradicare la povertà, proteggere il pianeta e garantire prosperità e pace alle persone entro il 2030.

Il lavoro dignitoso è una di queste mete, ma, nel caso del Messico, i progressi sono stati lenti e la maggior parte degli impiegati sono ancora lontani dall’obiettivo.

Secondo i dati dell’Indagine nazionale sull’occupazione e il lavoro (Encuesta Nacional de Ocupación y Empleo, ENOE), sei lavoratori su 10 in questo Paese nordamericano non usufruiscono di almeno una delle condizioni individuate per un lavoro dignitoso, una proporzione che è cambiata marginalmente rispetto alla data della firma degli SDGs.

Attualmente, il 61,6% della popolazione occupata in Messico non dispone di previdenza sociale. Nel 2015 questa realtà si riferiva al 62,6% della forza lavoro.

L’accesso alla previdenza sociale è uno dei pilastri dell’obiettivo, così come lo sono il reddito equo, la sicurezza, le pari opportunità, la prospettiva di sviluppo e la libertà di esprimere idee e associarsi. L’assenza di uno solo di questi elementi lascia il lavoratore senza una condizione occupazionale dignitosa, secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO).

All’interno degli obiettivi internazionali 2030, l’aspetto del lavoro è uno dei più rilevanti per il settore privato: «Il SDG 8 è la meta che il 58% delle aziende a livello globale identifica come prioritario», indica il rapporto Las empresas mexicanas por la Agenda 2030 pubblicato dalla Red Mexicana del Pacto Mundial, una rete di aziende e organizzazioni aderenti al Global Compact delle Nazioni Unite impegnate nello sviluppo sostenibile e nella responsabilità sociale delle imprese.

Secondo Sofía Ramírez Aguilar, direttrice generale dell’organizzazione México ¿Cómo vamos?, al ritmo attuale, in Messico ci vorranno 50 anni per colmare alcune lacune.

«Abbiamo i tre soliti problemi, informalità, bassa partecipazione delle donne e scarsa produttività. Non arriveremo al 2030 con i divari chiusi, vedremo solo un piccolo miglioramento, attribuibile a un mercato del lavoro dinamico e alla crescita economica».

Il SDG 8 contempla anche la parità di genere come asse trasversale del lavoro dignitoso. A metà del percorso, il progresso maggiore in Messico è stato proprio nel campo della partecipazione femminile nel mercato, cresciuta di 3,3 punti percentuali rispetto al 2015. Attualmente, il 45,9% delle donne ha un occupazione.

«Questo è serio e strutturale. Si è visto un leggero miglioramento negli ultimi due o tre anni, ma siamo lontani dal raggiungere gli obiettivi dell’agenda 2030. Non ci siamo mossi molto. Abbiamo un modello economico in cui il lavoro ha perso valore, i diritti del lavoro sono stati lasciati da parte», afferma Rogelio Gómez Hermosillo, coordinatore di Acción Ciudadana Frente a la Pobreza.

Gli obiettivi delineati dall’ONU comportano una grande responsabilità per le aziende nel loro contributo alla sostenibilità globale, ma anche alle condizioni di lavoro che offrono ai loro lavoratori, afferma Laboratorio B (B Lab), una rete internazionale senza scopo di lucro che promuove le migliori pratiche nel quadro degli SDGs.

«Ormai non siamo poi così lontani dal 2030, per cui pensare che abbiamo tempo per invertire la tendenza è un errore e, se continuiamo con la creazione di posti di lavoro guidati dall’informalità, sarà difficile raggiungere l’obiettivo. Non tutto si risolve con la generazione di posti di lavoro, ma dobbiamo piuttosto cercare la creazione di buoni impieghi e di occupazioni dignitose», afferma Ana Bertha Gutiérrez, coordinatrice dell’ufficio Comercio Exterior y Mercado Laboral dell’Instituto Mexicano para la Competitividad (IMCO).

Tra gli indicatori del lavoro dignitoso, quello dei dipendenti senza contratto è il secondo con i migliori progressi. Questo segmento della popolazione è diminuito di 3,3 punti percentuali dal 2015, ma il 42,9% dei lavoratori subordinati non usufruiscono ancora di questa tutela legale.

«In linea con quanto propone l’ottavo SDG, non qualsiasi tipo di lavoro retribuito permette di superare la povertà e ridurre le disuguaglianze. Indubbiamente, è necessario che l’inclusione lavorativa avvenga in condizioni di lavoro dignitose», avverte la Commissione economica per l’America Latina e i Caraibi (Gerardo Hernández e Lucía Ayza, eleconomista.com.mx).

Foto: Pixabay

Fonte: eleconomista.com.mx

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