Ore 03.27 – Martedì 21 novembre verranno esposte alla Camera dei Deputati le conclusioni delle sessioni del Parlamento Aperto sull’iniziativa che mira a modificare il numero di ore in cui i lavoratori prestano servizio in Messico.
La proposta è stata presentata il 21 febbraio dall’onorevole Susana Prieto Terrazas, appartenente al Movimiento de Regeneración Nacional (Morena), prima forza politica del Paese.
Il progetto mira a ridurre la settimana lavorativa da 48 a 40 ore, con due giorni di riposo obbligatorio ogni cinque lavorati, riformando il comma A dell’articolo 123 della Costituzione.
Attualmente gli impiegati hanno diritto ad un giorno di riposo ogni sei lavorati e l’ultima approvazione di una modifica a questi termini risale al 1917.
Secondo le clausole, la riduzione a 40 ore non implicherà una diminuzione della retribuzione percepita e le rimunerazioni straordinarie dovranno essere corrisposte a partire dalla 41ª ora.
Il 3 ottobre il Coordinamento politico della Camera dei Deputati ha deciso di convocare un Parlamento aperto per discutere le implicazioni della riforma.
I forum sono stati inaugurati il 17 ottobre e la seconda sessione si è tenuta il 23 dello stesso mese.
Il 6 novembre si è svolto un tavolo di dialogo incentrato sull’analisi dell’assetto convenzionale della giornata lavorativa e del modello di riduzione adottato in altri Paesi. L’ultimo incontro, che avrà luogo il 13 novembre, riguarderà gli standard di produzione. Il 21 novembre saranno presentate le conclusioni.
Oltre al Parlamento aperto, i coordinatori della Camera dei Deputati hanno deciso di creare un gruppo plurale per analizzare le proposte presentate dalla società civile e proporre eventuali modifiche per includerle prima della discussione plenaria.
Trattandosi di una riforma costituzionale, il progetto richiede il sostegno di due terzi dei membri della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, una maggioranza qualificata che nessun partito politico possiede attualmente in Messico.
Se entrambe le Camere approveranno la proposta, il testo andrà al vaglio dei 32 congressi statali. Per concludere il processo legislativo è necessario il sostegno di 17 di queste istanze.
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