Ore 11.53 – A tre settimane esatte dal suo arrivo in Messico, Puntodincontro ha intervistato il nuovo ambasciatore d’Italia nel Paese, Alessandro Modiano.
Ambasciatore, è stata appena diffusa la notizia dell’omicidio della nostra connazionale Pamela Codardini nello Stato di Oaxaca. Che informazioni avete al riguardo?
Essendo una cittadina italiana siamo stati immediatamente contattati dalle autorità di Polizia e il nostro Console ha avviato tempestivamente le procedure necessarie, fornendo tutta l’assistenza possibile alla famiglia a fronte di questa tragica vicenda, i cui contorni verranno chiariti dalle indagini in corso.
Quali sono le sue prime impressioni sul Paese e sulla comunità italiana dopo tre settimane in Messico? Chi ha incontrato in questi primi giorni?
Tre settimane sono poche, ma la mia impressione è molto positiva in termini di prospettive di relazioni tra due nazioni che hanno tutte le caratteristiche per poter interagire in molti settori. Ho trovato Città del Messico molto ordinata, pulita e ben tenuta. Ho una certa esperienza in America Latina e devo dire che, per quello che ho visto finora, credo di essere giunto in una metropoli e in un Paese molto ben gestiti, al di là dei problemi che ovviamente esistono.
Da un lato, arrivare in Messico in una fase elettorale è particolarmente interessante, perché permette di vivere in prima persona le dinamiche politiche e i dibattiti sui grandi temi che investono il Paese. Dall’altro, tuttavia, ciò comporta anche alcune difficoltà, dato che una parte degli interlocutori che sto incontrando in questa fase cambieranno e ci sarà quindi un nuovo lavoro da fare una volta insediatasi la nuova amministrazione.
Un ambasciatore, non appena arrivato nel Paese di accreditamento, svolge una serie di incontri canonici, iniziando dalla presentazione delle copie delle lettere credenziali al capo del Protocollo del Ministero degli Esteri. A questo incontro, svoltosi a solo una settimana dal mio arrivo, era presente anche la sottosegretaria agli Esteri ad interim, Jennifer Feller, con la quale ho avuto un primo articolato scambio in merito alle grandi potenzialità di collaborazione tra i nostri due Paesi, a livello sia bilaterale che multilaterale. Ho successivamente incontrato —anche grazie alla fortunata coincidenza della visita del sottosegretario alla Giustizia On. Delmastro— il sottosegretario per gli Affari multilaterali Joel Hernández, con il quale ho approfondito i principali assi di cooperazione nei fori internazionali, con particolare riferimento al tema della giustizia.
Proseguono inoltre a ritmo serrato le mie visite di cortesia agli ambasciatori dei Paesi del G7, dell’Unione europea, con il Nunzio apostolico e con le principali autorità messicane con cui collaboriamo.
Per quanto riguarda la presenza italiana in Messico, ho già incontrato i rappresentanti del Comites, visitato la sede della Società Dante Alighieri e della Camera di Commercio ed ho avuto una serie di riunioni con alcuni Consoli onorari e con l’Associazione dei Ricercatori Italiani in Messico (ARIM).
Stiamo cercando, insomma, di stabilire contatti in pochi giorni sia con le autorità messicane e straniere sia con il “Sistema Italia”. La nostra collettività qui è molto ben inserita nel tessuto socioeconomico locale e collabora in maniera estremamente sinergica con l’Ambasciata. Il tema dell’insegnamento della nostra lingua si svolge in armonia con l’Istituto Italiano di Cultura, che funziona benissimo, e la promozione dell’Italia sul piano economico commerciale viene portata avanti efficacemente, anche grazie al prezioso lavoro dell’ICE. Sono molto soddisfatto.
Esiste un piano con obiettivi specifici per il suo mandato di ambasciatore? Quali sono le opportunità che percepisce per l’Italia in Messico?
Assolutamente sì. Quando un Ambasciatore viene assegnato a una sede di servizio, riceve una lettera di incarico dal Ministro degli Affari esteri che indica in dettaglio gli obiettivi e le linee delle azioni da intraprendere. Il contenuto di questa comunicazione viene definito dopo una serie di consultazioni fra le diverse articolazioni del MAECI.
Un obiettivo fondamentale è senz’altro quello di cogliere appieno le importanti opportunità in campo economico, sfruttando in particolare il fenomeno del nearshoring che sta già determinando una notevole crescita degli scambi tra i due Paesi. Su altri piani, vi sono dossier estremamente promettenti di collaborazione, tra cui quelli della protezione dei beni culturali, della lotta alla criminalità organizzata e della ricerca scientifica e tecnologica.
Ci sono rischi nel futuro dei rapporti tra i due Paesi?
Non direi. Italia e Messico mantengono un profondo rapporto di amicizia e cooperazione e vi sono grandi convergenze a livello bilaterale e multilaterale sulle principali questioni dell’agenda internazionale. Gli investimenti italiani in questo Paese stanno avendo molto successo. Alcune società, tra cui Enel, si stanno confrontando con un quadro normativo in evoluzione sugli investimenti stranieri, specie in ambito energetico, che stiamo monitorando. Abbiamo attivato gli opportuni canali di dialogo con le autorità competenti ai fini di garantire una adeguata tutela ed equo trattamento dei nostri investitori, in linea con la vigente normativa internazionale, sempre comunque nel pieno rispetto del principio della sovranità energetica del Messico.
Esiste un programma di celebrazioni in Messico in occasione dei 150 anni delle relazioni diplomatiche con l’Italia?
Il 29 febbraio avrà luogo il primo appuntamento con l’inaugurazione al Museo d’Arte Moderna del Paseo de la Reforma della mostra della Collezione della Farnesina, un viaggio attraverso la storia dell’arte italiana dal 1900 ai nostri giorni nostri, con 71 opere selezionate della raccolta d’arte del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Stiamo lavorando affinché nella giornata di apertura siano presenti rappresentanti dei governi di Messico e Italia. Il resto del programma dei festeggiamenti è in fase di perfezionamento e verrà reso noto quanto prima.
Ci sono possibilità che quest’anno si svolga il VI incontro della commissione binazionale Italia-Messico?
Credo che le possibilità siano scarse, perché il meccanismo operativo della Commissione Binazionale ha caratteristiche ambiziose che richiedono una forte partecipazione da parte degli alti livelli di entrambi i governi. Nonostante ci sia piena disponibilità da parte italiana, in Messico mancano pochi mesi alle elezioni e ai cambiamenti nell’esecutivo e nel Congresso dell’Unione, per cui ritengo probabile che si tratti di un’iniziativa che sarà più conveniente realizzare all’inizio del prossimo periodo governativo e legislativo.
Può aggiornarci sullo stato di avanzamento verso l’entrata in vigore del nuovo trattato Messico-Unione Europea?
La questione del nuovo accordo con il Messico è di piena responsabilità della Commissione europea. Noi ne siamo informati e, ovviamente, è un argomento che ci interessa molto, ma non partecipiamo ai negoziati. Da parte dell’Unione Europea resta chiaro l’obiettivo di raggiungere un accordo definitivo il prima possibile, anche se con l’avvicinarsi della conclusione del mandato dell’attuale amministrazione messicana le opportunità di arrivare ad un accordo in tempi brevi sembrano ridursi.
Per l’Italia il testo del nuovo accordo comporta grandi opportunità. In Messico la presenza dei prodotti agroalimentari del Bel Paese sul mercato è ancora scarsa, un fenomeno non necessariamente legato alle dimensioni della nostra collettività. Sono certo che l’entrata in vigore del nuovo trattato tra il Messico e l’Ue aprirà molte opportunità ai nostri prodotti dal lato dell’offerta. Ad ogni modo, confido che dopo le elezioni di giugno sarà possibile riprendere l’argomento e portarlo ad una rapida conclusione.
Foto: Puntodincontro