Ore 16.57 – Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), il prodotto interno lordo del Messico crescerà quest’anno del 2,5%, sostenuto dall’arrivo di investimenti produttivi, risultato della delocalizzazione delle aziende.
La previsione coincide con quella formulata dall’OCSE nell’ottobre 2023 e si colloca nel livello inferiore dell’intervallo stimato dal ministero delle Finanze e del Credito Pubblico del Paese latinoamericano per quest’anno, compreso tra il 2,5 e il 3,5%.
Secondo l’organizzazione, nei prossimi 10 mesi continuerà la moderazione dell’attività economica, influenzata dall’andamento atteso dell’economia statunitense.
Nella presentazione del rapporto biennale sul Messico, il segretario generale dell’OCSE, Mathias Cormann, ha spiegato che se il Paese riuscirà a rendere più competitivo l’ambiente per gli investimenti produttivi e favorirà l’integrazione delle PMI e delle aree rurali nelle catene del valore, sarà possibile moltiplicare la probabilità che le multinazionali di tutto il mondo portino le loro operazioni in Nord America.
Il politico e diplomatico australiano ha raccomandato di semplificare le normative statali e comunali, ridurre le barriere relative alle concessioni e perfezionare le operazioni online per velocizzare i tempi di apertura e avvio delle attività imprenditoriali. Ha inoltre suggerito di espandere le fonti pulite di generazione di energia e di promuovere un miglioramento dello stato di diritto.
Nella Sala Panamericana delle Bandiere del Palazzo Nazionale di Città del Messico, in compagnia del sottosegretario al Tesoro Gabriel Yorio, Cormann ha suggerito di utilizzare il nearshoring come leva per migliorare il sistema educativo e rafforzare il processo di formazione del capitale umano del Paese.
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