Imu ridotta nei piccoli comuni per 100mila italiani all’estero, sì della Camera

Imu ridotta nei piccoli comuni per 100mila italiani all’estero, sì della Camera / Foto: ilsole24ore.com

Ore 09.31 – (ilsole24ore.com) Imu azzerata o ridotta sulle case detenute in piccoli o micro centri per 100mila italiani residenti all’estero, che prima del trasferimento oltreconfine abbiano risieduto nel nostro Paese per almeno cinque anni. La Camera ha approvato all’unanimità, con 229 voti favorevoli e nessun contrario, la proposta di legge in materia di equiparazione del regime fiscale nell’applicazione dell’imposta municipale propria relativamente a immobili posseduti nel territorio nazionale da cittadini iscritti nell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero.

Il testo riscrive le condizioni per le agevolazioni destinate agli italiani residenti all’estero per un solo immobile detenuto in un piccolo centro (comuni con popolazione inferiore a 5mila abitanti) di ultima residenza e con un meccanismo ancorato al sistema delle rendite catastali dell’immobile. E con uno sconto del 50% anche su Tari e tariffa rifiuti.

La proposta di legge che converge sul testo base di Toni Ricciardi (vicepresidente del gruppo Pd alla Camera e relatore del provvedimento in Aula), estende un beneficio che finora è riservato esclusivamente ai pensionati in regime di convenzione internazionale con l’Italia. Di fatto il testo, su cui si è registrata un’unanimità tra le forze politiche di maggioranza e opposizione nella commissione Finanze presieduta da Marco Osnato di Fratelli d’Italia, interviene sulle case situate appunto nei comuni con popolazione fino a 5mila abitanti. E proprio Osnato commenta: «Accolgo con grande soddisfazione il via libera dell’Aula alla proposta di legge che, per gli immobili situati nei piccoli comuni, riduce significativamente l’Imu e la Tari pagate dai cittadini residenti all’estero. Ringrazio l’amico e collega Toni Ricciardi per aver portato avanti la proposta, che ha ottenuto il consenso unanime dei gruppi».

Il meccanismo prevede un’agevolazione su tre fasce. Fino a 200 euro di rendita dell’immobile l’Imu sarà completamente azzerata. Tra 201 e 300 euro l’Imposta municipale sugli immobili diversi dall’abitazione principale si applicherà in misura ridotta in misura del 40% del dovuto. Tra 301 e 500 euro il prelievo salirà al 67% ma comunque con uno sconto significativo rispetto a quanto attualmente dovuto.

La modifica dovrebbe scattare dal 2026, compatibilmente con i tempi tecnici di approvazione del provvedimento che dopo l’ok della Camera dovrà passare all’esame del Senato. Ma come spiega Ricciardi «è un intervento molto atteso dagli italiani che vivono all’estero e che hanno un solo immobile nel paese di origine in cui spesso trascorrono solo pochi giorni all’anno».

Le agevolazioni, infatti, sono concesse per una sola unità immobiliare a uso abitativo, non locata o data in comodato, e posseduta a titolo di proprietà. Casa che deve trovarsi nel comune di ultima residenza prima del trasferimento all’estero e a condizione che la popolazione complessiva del centro interessato non sia superiore a 5mila abitanti.

L’altra condizione fissata per le agevolazioni è che il proprietario della casa abbia risieduto in Italia per almeno cinque anni prima di trasferirsi all’estero.

Per gli stessi immobili con agevolazioni Imu ci saranno benefici anche per la Tari. «Era fondamentale evitare che il beneficio dell’esenzione Imu fosse vanificato dai costi della Tari» spiega la deputata Federica Onori, responsabile di Azione per gli italiani all’estero, che rivendica la modifica tradottasi in un emendamento approvato in commissione. In pratica la Tari sarà dovuta in misura ridotta della metà.

Il provvedimento risponde anche ai rilievi avanzati dalla Commissione europea nell’ambito della procedura d’infrazione Infr(2025)4015, avviata nel luglio 2025 nei confronti dell’Italia. Anche per questo la discussione in Aula, inizialmente prevista per il 28 luglio, era stata infatti rinviata per consentire l’adeguamento della norma alle indicazioni comunitarie.

Il costo annuale delle misure è stimato in poco meno di 12 milioni annui, che saranno restituiti ai comuni interessati sotto forma di ristoro delle minori entrate con un decreto del ministero dell’Interno di concerto con quello dell’Economia, sentita la Conferenza Stato-città e autonomie locali, da adottare entro il 30 aprile di ciascun anno successivo a quello di riferimento.

Foto: ilsole24ore.com

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