Ore 15.52 – A pochi giorni dal ritorno dal viaggio in cui ha accompagnato il governatore del Guanajuato Diego Sinhue Rodríguez Vallejo nella seconda tappa della sua visita in Europa facendo scalo in Lombardia e nelle Langhe, abbiamo intervistato l’ambasciatore d’Italia in Messico, Luigi De Chiara.
Com’è andata la visita a Milano e ad Alba con il governatore Rodríguez Vallejo? Oltre alle iniziative annunciate da Pirelli, Ferrero e Gruppo Proma, ci sono altri progetti all’orizzonte?
Il viaggio è andato sinceramente molto bene perché è servito a consolidare l’alleanza con alcune società importanti, come Pirelli e Ferrero, che comunque hanno un rapporto già abbastanza solido con il Messico, essendo presenti da tempo nello Stato del Guanajuato.
Inoltre, ci sono stati nuovi contatti, ad esempio il gruppo Proma, ma anche l’ultima impresa visitata, ITT Motion Technologies, [il cui fulcro operativo ha sede nel cuneese, ndr] che espanderà la sua presenza in Messico, soprattutto dal punto di vista della ricerca e dello sviluppo di nuovi prodotti. Una conferma, quindi, della buona condizione in cui si trovano aziende che operano già da tempo in Guanajuato, oltre all’arrivo di nuove ditte.
Un aspetto che mi fa piacere sottolineare è che ci sono stati momenti, come la presentazione in Assolombarda, che sono serviti a far conoscere meglio il Messico e a sfatare alcuni miti. Tra gli esempi, il fatto che Ferrero stia investendo nell’ambito della responsabilità sociale con programmi di educazione fisica nelle scuole pubbliche e la possibilità di collaborazione nel campo culturale e artistico con la Fondazione Pirelli HangarBicocca.
La visita non è stata solo di carattere economico: il governatore Rodríguez Vallejo vuole sviluppare la vocazione turistica dello Stato, per cui l’abbiamo accompagnato per mezza giornata nelle Langhe, culla dell’uva nebbiolo e del vino Barolo e modello di successo del turismo enogastronomico.
Credo che sia stata un’esperienza molto istruttiva per il governatore e gli abbia dimostrato che l’Italia non cerca solo convenienze commerciali, ma un vero scambio paritario, che è la base di ogni partenariato solido e robusto e che forse segna la differenza con l’atteggiamento di altri Paesi.
Come stanno andando i preparativi per la riunione della commissione binazionale? C’è già una data provvisoria? Un programma provvisorio? Avete già avviato i contatti per preparare la missione imprenditoriale italiana che visiterà il Messico?
Sono preparativi perenni, perché dipendono sempre un po’ dalla situazione di emergenza sanitaria. I ministri Di Maio ed Ebrard si sono incontrati in occasione della riunione del G20 a Matera un po’ prima dell’estate e hanno avuto anche una riunione bilaterale, dove hanno riaffermato l’idea di convocare la Commissione binazionale al più presto.
La situazione di emergenza sanitaria, però, non è ancora del tutto sotto controllo e molte delle energie di entrambi i governi sono ancora concentrate sulla pandemia. I due Paesi hanno scadenze e problematiche piuttosto importanti, tra cui l’Afghanistan, la situazione nel Mediterraneo, la triplice celebrazione in Messico, gli appuntamenti dell’agenda della Celac e per noi del G20 che non consentono di focalizzare energia sulla fissazione di una data, ma io auspico che in un periodo che va dall’inizio del prossimo hanno fino a tutta la primavera finalmente si possa concretizzare l’incontro.
L’agenda è già esistente: i settori della cooperazione bilaterale sono quelli della politica, l’economia, il commercio, l’ambito giuridico, la sicurezza, la cultura, la scienza e la tecnologia e su questi si lavora quotidianamente con iniziative di collaborazione nuove e già esistenti.
Per quanto riguarda la missione di sistema, ci terrei molto che potesse avvenire in un contesto libero da preoccupazioni di carattere sanitario, per evitare di dover rinunciare al pieno potenziale di un’occasione di questo tipo.
Da questo punto di vista sono abbastanza confidente, perché si moltiplicano i segnali di una ripresa degli scambi bilaterali, non solo virtuali, ma anche presenziali.
Prima della recente visita del governatore di Guanajuato in Italia, abbiamo ricevuto in Messico una delegazione della Fiera di Bologna che ha investito a Guadalajara e che tornerà per la terza volta il prossimo mese.
In Ambasciata abbiamo conoscenza della crescita del numero di passaggi di operatori economici italiani in Messico e, dalle richieste di informazioni che riceviamo circa l’ingresso in Europa, vediamo anche che c’è una ripresa e un aumento progressivo dei viaggi dei messicani nell’Ue e in Italia, non solo per motivi turistici.
Qual è la situazione delle imprese italiane del settore energetico in Messico dopo le modifiche legislative introdotte dal governo del presidente López Obrador?
Nell’ambito di tutte le imprese italiane, inizierei dall’Eni, che ha un rapporto molto positivo con il Messico e il suo governo. Qualche settimana fa ho avuto il piacere di partecipare virtualmente alla cerimonia di varo della nuova nave di lavorazione del petrolio [una FPSO, floating production storage and offloading, ndr] che verrà utilizzata nel campo Mitzón entro la fine dell’anno. Peraltro Eni continua a scoprire giacimenti di una certa importanza che entreranno in produzione nel futuro.
Nel settore delle rinnovabili, sappiamo benissimo che c’è una situazione che in questo momento vede su visioni opposte il governo federale messicano e le imprese nazionali e straniere che operano nell’ambito eolico e solare.
Sono legittime entrambe le posizioni, ci mancherebbe che il governo non possa decidere qual è la politica energetica nazionale, ma ci mancherebbe anche che le aziende che hanno firmato contratti a determinate condizioni non abbiano la possibilità di tutelare i loro diritti fino al livello di pretendere degli arbitrati internazionali.
Io auspico e credo che si possa verificare una situazione nella quale governo e imprese possano mettersi intorno a un tavolo e trovare una situazione di comune soddisfazione.
Credo che questo possa succedere anche perché se vedo i dati relativi all’aumento del fabbisogno energetico del Messico —sia come consumi delle famiglie, sia nell’ambito industriale— sinceramente non mi sembra che esista un’altra opzione a breve e medio termine. Dubito che CFE possa costruire centrali termiche a tempo di record, per cui probabilmente nel futuro sarà l’evidenza stessa a convincere entrambe le parti ad accordarsi su un sentiero comune da percorrere.
Esiste realmente la possibilità di condurre la 3ª fase dei test del vaccino italiano Reithera in Messico come è stato annunciato? Potrebbe davvero essere prodotto in Messico?
Mi sembra difficile esprimere un’opinione al riguardo, perché tutto dipenderà dall’evoluzione della ricerca, della produzione e dai costi in materia di vaccini, da un lato, e dall’evoluzione del virus e delle sue varianti dall’altro.
Probabilmente la possibilità esiste ed esistono le condizioni per permettere che lo sviluppo del vaccino Reithera riprenda a pieno vigore in Italia. Non essendo un tecnico o un esperto, mi astengo dal fare valutazioni.
Com’è andato l’incontro della scorsa settimana in preparazione a Youth4Climate, il raduno di giovani di tutto il mondo che si terrà a Milano dal 28 al 30 settembre e che precederà la Conferenza delle Parti COP26 a Glasgow?
Ho partecipato e per me, tra l’altro, è sempre un gran piacere perché è un settore del quale ho avuto modo di occuparmi più volte nel mio percorso professionale. Ogni occasione di incontro e scambio con giovani e con studenti è sempre benvenuta.
È anche molto rinfrancante, perché noto negli studenti messicani —ed è una costante dei miei contatti con loro— una vivacità e, soprattutto, una coscienza molto alta di quelle che sono le problematiche relative alle sfide globali con le quali si confronta il pianeta in questo momento.
Parlando con i giovani messicani mi viene da ben sperare per il futuro di questo Paese perché tra loro c’è molta più coscienza e molta più azione di quanta non ce ne sia nella mia generazione o in generazioni precedenti. È andato molto bene, è stato molto interessante.
Sono attività che noi svolgiamo per aumentare l’interesse, l’informazione e la coscienza su riunioni internazionali che sono importanti ai fini di galvanizzare l’azione mondiale a favore di una riduzione del fenomeno dei cambiamenti climatici. Ci sono dei partner con cui lavoriamo, come il Tec di Monterrey e l’Università di Monterrey, che sono disponibili e preparati.
Lo facciamo anche perché quest’anno l’Italia ha un ruolo protagonistico non solo nella presidenza del G20, ma anche nella preparazione, assieme al Regno Unito, della COP26 che si svolgerà a Glasgow e che sarà preceduta da Youth4Climate e da una riunione intergovernativa di preparazione a Milano.
Sono state indette le elezioni dei Comites nel mondo e in Messico, ma non sono ancora state diffuse informazioni sul numero di connazionali che finora hanno aderito all’opzione inversa. Sono pochissimi?
Non sarei così allarmista. Confesso la mia ignoranza, nel senso che non ho il dato ultimo, e non credo che siano tantissimi fino a questo momento, ma non ne trarrei conclusioni perché comunque c’è tempo fino a novembre per esercitare l’opzione inversa per cui i risultati in questo momento sono assolutamente parziali. Tireremo le somme fra due mesi e mezzo.
Il consolato ha già ricevuto informazioni sulle liste di candidati che si presenteranno in Messico?
Non credo che ci sia stata nessuna informazione formale, [questa intervista è stata realizzata mercoledì 8 settembre, ndr]. Ho sentito parlare della formazione di almeno una lista e la scadenza del termine per la presentazione di candidati è ancora lontana, ma credo che sicuramente ci sarà almeno una lista.
Ci saranno modifiche alle restrizioni imposte dall’Italia all’ingresso dei turisti provenienti dai Paesi dell’elenco E, Messico compreso?
Bisognerebbe avere una sfera di cristallo, dato che sono decisioni che vengono prese via a via sulla base dei dati di monitoraggio globale.
È chiaramente molto più complesso di prima entrare in Italia o in territorio Schengen, così come è complesso viaggiare a livello internazionale in questo momento a tutte le latitudini.
Ciò non significa che sia precluso: ci sono —come specificato nei vari documenti della presidenza del Consiglio— diverse ragioni che giustificano l’ingresso di cittadini messicani o di altri Paesi dell’elenco E in territorio Schengen o dell’Italia. Devo dire che non abbiamo ricevuto particolari proteste da parte dei messicani riguardo l’impossibilità di entrare in Italia.
Quali sono i punti importanti nell’agenda dell’Ambasciatore d’Italia in Messico per gli ultimi quattro mesi del 2021?
Abbiamo un’attività quotidiana che ci tiene al lavoro in modo consistente senza aver bisogno di inventarci degli obiettivi.
Continueremo a lavorare sulla preparazione della Commissione binazionale: abbiamo delle iniziative molto interessanti che io spero possano arrivare a maturazione prima dell’incontro.
Stiamo negoziando un protocollo d’intesa per la collaborazione tra l’Arma dei Carabinieri e la Guardia Nacional in quanto i Carabinieri sono il modello sul quale è stata pensata questa organizzazione e abbiamo delle attività in cui siamo degli specialisti riconosciuti a livello internazionale, come la tutela del patrimonio culturale o la repressione dei danni ambientali. Recentemente, inoltre, abbiamo avviato la discussione per la stipola di un accordo di collaborazione con l’Unità di intelligenza finanziaria guidata da Santiago Nieto che vede con molto interesse l’esperienza della Guardia di Finanza italiana nella lotta contro il riciclaggio del denaro e contro l’elusione e l’evasione fiscale.
Sono comunque innumerevoli i temi sui quali lavoriamo con cadenza quotidiana ed esiste anche un’agenda semi bilaterale che deriva dal fatto che detenendo la presidenza del G20 negli ultimi mesi molti membri del governo messicano sono andati in Italia per riunioni e questa tendenza continuerà nei prossimi due o tre mesi fino al vertice che si svolgerà a fine ottobre a Roma. Il prossimo ministro che andrà in Italia sarà la titolare della Secretaría de Economía Tatiana Clouthier per l’incontro a Sorrento dei responsabili del commercio.