Ore 17:50 – Il procedimento per il riconoscimento del “Prosek” va avanti tra le polemiche. La Commissione europea ha dato l’assenso alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue della domanda di registrazione della menzione tradizionale del vino locale croato, prassi avviata alcune settimane fa e che aveva già scatenato reazioni contrarie nel Be, dove le istituzioni sono insorte in difesa del Prosecco e della sua denominazione.
L’Esecutivo europeo ha comunicato la notizia in risposta a due interrogazioni parlamentari di eurodeputati. Ora ci sono due mesi di tempo per presentare obiezioni prima della decisione finale da parte della Commissione.
«La decisione della Commissione Europea sul riconoscimento dell’indicazione geografica protetta del vino croato Prosek è sbagliata», replica il ministero italiano delle Politiche agricole in una nota, affermando che utilizzerà «ogni argomentazione utile per respingere la domanda di registrazione promossa dalla Croazia, anche appellandosi ai principi di tutela espressi dalla Corte di Giustizia in casi analoghi, come avvenuto nel recentissimo caso dello “Champanillo” spagnolo».
Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha definito «senza senso» la scelta del via libera da parte dell’Ue. «Non ho parole per commentare quanto accaduto. Di questa Europa non sappiamo cosa farcene. Un’Europa che non difende l’identità dei suoi territori, un’Europa che dovrebbe conoscere la storia del prosecco. L’Ue dovrebbe capire che non solo si tratta di un prodotto che ha avuto tutti i riconoscimenti formali anche rispetto alla riserva del suo nome, ma il prosecco ha, addirittura, ottenuto il massimo riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco. Tanto è vero che il territorio in cui si produce è definito “le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”, per cui adesso saremo costretti a discutere anche sul nome di un sito già proclamato ufficialmente Patrimonio dell’Umanità».