Ore 08.27 – È raddoppiato in 10 anni, nel periodo 2010-2020, il consumo di pasta nel mondo, passando da quasi 9 a circa 17 milioni di tonnellate annue. Lo rivela Unione Italiana Food che, in occasione della Giornata mondiale della pasta del 25 ottobre, rende noti numeri e tendenze del piatto simbolo della cucina italiana e ne certifica un gradimento superiore ai livelli pre-pandemia. L’Italia resta al primo posto per produzione (3,9 milioni di tonnellate) ed esportazioni (2,4 milioni di tonnellate).
Il World Pasta Day è stato ideato dai produttori di questo alimento per promuoverne il consumo. Il 25 ottobre di 26 anni fa, infatti, si tenne a Roma il loro primo congresso mondiale e tre anni dopo fu istituita la ricorrenza.
Ogni italiano assapora 23 kg di pasta all’anno, precedendo i tunisini (17 kg), i venezuelani (15 kg) e i greci (12,2 kg). Secondo Kantar Group —una società di analisi e consulenza con sede a Londra— il consumo pro capite in Messico è di 11 kg all’anno e nel 2020 il Paese latinoamericano ha registrato la maggior crescita di sempre nel consumo di questo alimento: +20,9%. Il portale Sabor a Italia MX della Camera di Commercio Italiana in Messico riferisce cifre di importazione in questa nazione latina corrispondenti al 2020 pari a 29 milioni di dollari per la voce 1902 «pastas alimenticias», con l’Italia al secondo posto nell’elenco dei fornitori (8 milioni di dollari).
Nel complesso, è italiano 1 piatto di pasta su 4 mangiati nel mondo e, con 3,9 milioni di tonnellate prodotte da pastifici nel Bel Paese, l’Italia si conferma leader mondiale davanti a Usa, Turchia, Egitto e Brasile.
Più della metà della produzione italiana (il 62%) finisce all’estero. Le nazioni dove l’Italia esporta di più sono la Germania, il Regno Unito, gli Stati Uniti, la Francia e il Giappone. Rispetto al periodo gennaio-luglio 2020, le vendite all’estero di pasta italiana nei primi 7 mesi del 2021 hanno segnato un calo del 9,4% a valore, ma il confronto con i dati dello stesso periodo del 2019 evidenzia un +13%.
Per quanto riguarda la crescita dei volumi esportati, i cinque mercati più strategici per l’Italia sono la Germania (+6%), la Francia (+2%), il Giappone (+4%) e soprattutto gli Usa (+10%), mentre l’unico segno negativo rispetto al 2019 arriva dal Regno Unito (-4%), conseguenza della Brexit.
Il settore dei pastai italiani conta quasi 120 imprese, oltre 10.200 addetti e genera un valore di 5,6 miliardi di euro.
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