Ore 07.01 – Ieri sera presso la residenza dell’Ambasciatore d’Italia in Messico, Luigi De Chiara, è stato offerto un aperitivo nell’ambito del programma della quinta edizione dell’Italian Design Day.
Dopo una settimana di intensa attività nel Paese latino, gli ospiti d’onore dell’evento —il designer, architetto e scrittore Michele De Lucchi e la specialista del colore e delle finiture Francesca Valan— hanno condiviso con i presenti le loro impressioni.
Francesca Valan: «Volevo ringraziare per l’invito, perché è la prima volta che vengo in Messico e non ho parole per raccontare la mia emozione. Sapevo che questo era il Paese dei colori, ma non potevo credere che fosse così forte la cultura cromatica. È stata un’esperienza interessantissima, abbiamo incontrato tanti studenti e professionisti e abbiamo dialogato sul linguaggio del colore italiano in confronto con il concetto messicano. I due linguaggi si incrociano, poiché abbiamo una storia comune, quindi dovrò tornare molto spesso».
Michele De Lucchi: «Nella realtà questà è la seconda volta che vengo in Messico, la prima è stata nel 1981, e il Paese che avevo nella memoria è completamente diverso da quello che vedo oggi. Sono rimasto molto impressionato, soprattutto dalla quantità di giovani, e sono molto contento di aver impartito lezioni, perché il futuro è nelle loro mani. L’avvenire sta nella capacità di dialogare tra giovani e anziani, è importante la comunicazione tra le generazioni. Ho visto università organizzate, tecnologicamente preparate, e credo che ci siano tutte le condizioni perché il Messico diventi una nazione molto riconoscibile ed apprezzata nel mondo».
Le attività continuano oggi con la partecipazione di Francesca Valan al Congreso Internacional de Diseño dell’Università Anáhuac, il simposio What design can do il 28 ottobre e la conferenza Extending the visual life of products: chromatic sustainability il 29 ottobre.
Tanti saluti a Michele, che ho conosciuto a Milano quando lavoravo con l’Arch. Sottsass. Quando è venuto in Messico nell´81 è rimasto a casa mía e poi siamo andati a Oaxaca. Tanti ricordi. Complimenti.