Ore 00.47 – I ministeri federali messicani della Cultura e degli Affari esteri hanno riferito che la casa Carlo Bonte Auctions di Bruges —capitale delle Fiandre Occidentali, nel nord-ovest del Belgio— ha annunciato che ritirerà dall’asta Vente aux enchères de beaux arts et d’antiquités tre pezzi archeologici che sono stati classificati come proprietà del Paese latinoamericano, in conformità con la sua Legge sui monumenti e le zone archeologiche, artistiche e storiche.
L’Ambasciata del Messico in Belgio ha contattato la casa d’aste ed ha espresso il disaccordo del suo governo riguardo alla «commercializzazione di pezzi archeologici all’estero, nonché alle loro implicazioni negative per la conservazione e la diffusione culturale».
Le autorità belghe hanno informato che i pezzi —figure zoomorfe in creta modellata originarie dello stato di Colima— potranno essere commercializzati a condizione che i loro proprietari presentino i corrispondenti certificati di esportazione.
Il governo messicano sta conducendo un’attiva campagna in Europa e negli Stati Uniti per identificare i pezzi venduti illegalmente. Nei mesi scorsi il Paese latino è riuscito a sospendere un’asta in Italia e nel mese di febbraio due cittadini olandesi hanno restituito 17 reperti che erano in loro possesso da 30 anni. La settimana scorsa, inoltre, è stata annullata la vendita di un’effige di pietra apparsa nel catalogo di una società austriaca. Gli sforzi del Messico, tuttavia, non sono bastati per fermare, il 28 gennaio, l’asta di una trentina di pezzi presso la galleria francese Millon.