Ore 19.27 – Promuovere la cooperazione nel campo dell’attività fisica e dello sport tra persone con disabilità, basato sul mutuo rispetto della sovranità e con l’intenzione di rafforzare le amichevoli relazioni tra uomini e donne: è questo l’obiettivo dell’accordo di cooperazione che il Comitato Paralimpico Messicano e il Comitato Italiano Paralimpico hanno firmato martedì 31 maggio.
Liliana Suárez Carreón e Luca Pancalli, rispettivamente Presidenti del COPAME e del CIP, si impegnano a favorire, tra le altre cose, lo sviluppo del movimento paralimpico, la preservazione della missione promotrice di pace e i valori etici e morali di questo settore dello sport. Si oppongono e condannano tutto ciò che possa minacciare lo spirito olimpico, il particolare il doping e qualsiasi genere di discriminazione. I due comitati promuoveranno lo scambio di punti di vista su temi di interesse comune, incoraggeranno la partecipazione degli atleti nelle gare bilaterali e multilaterali, l’allenamento congiunto, lo scambio di funzionari, allenatori, giudici, esperti, scienziati e la loro partecipazione in seminari, corsi e stage.
«Sono convinto» —ha detto Pancalli— «che sia importante promuovere il consolidamento delle relazioni tra i due comitati paralimpici perché credo che i rapporti tra due Paesi si consolidino non solo attraverso scambi commerciali, ma anche diversificando la relazione, includendo nell’agenda l’ambito sociale, ponendo al centro delle politiche italiane e messicane le persone e indviduando percorsi che garantiscano i diritti di cittadinanza attiva. Credo che in questo lo sport paralimpico sia uno straordinario strumento in grado di contagiare in maniera virtuosa i nostri Paesi e le nostre società, fornendo una immagine diversa della disabilità. Lo sport paralimpico ci insegna a non guardare a ciò che abbiamo perso, ma a ciò che è rimasto, cioè, quello che vorremmo avvenisse nei nostri Paesi. Fare crescere i nostri comitati significa dare risposte a tante persone disabili».
«L’obiettivo di questa giornata» —ha aggiunto la ministra per le Disabilità Erika Stefani— «è promuovere questo tipo di scambi sportivi e di esperienze tra atleti, permettendo ai nostri popoli di conoscersi e di ampliare i propri orizzonti. Un’occasione di arricchimento personale che coincide con i valori che lo sport diffonde, che sono quelli di inclusione e socializzazione e, soprattutto, di abbattimento delle barriere».
«Lo sport è il miglior alleato in tema di inclusione. È importante lo sport di alto livello, ma è importante soprattutto quello di base, perché offrire la possibilità a tutti di praticare una disciplina significa vedere il mondo in maniera differente», ha dichiarato Suárez Carreón.