L’Italia e il salario minimo

L'Italia e il salario minimo

Ore 12.36 – Dovrebbe essere approvata questa sera —in conclusione del negoziato tra la Commissione, il Parlamento e il Consiglio dell’Unione europea— e presentata domani in conferenza stampa la direttiva sul salario minimo. Spetterà poi «al governo e alle parti sociali in Italia decidere l’importanza» di introdurlo, ha affermato il commissario Ue al Lavoro Nicolas Schmit. Questo perché l’atto normativo —evidenziano le tre istituzioni— non fissa una remunerazione di base comune per tutti, né tantomeno un obbligo. Punta invece «a istituire un quadro per fissare redditi minimi adeguati ed equi», rispettando le diverse tradizioni dei Ventisette per garantire «un tenore di vita dignitoso», ridurre le disuguaglianze e mettere un freno ai contratti precari e pirata.

L’Italia è al momento tra i sei Paesi nell’Ue —assieme ad Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia e Svezia— che ancora non hanno una regolamentazione in materia. Nel resto d’Europa, stando agli ultimi dati Eurostat, il salario minimo viaggia tra i 332 euro mensili della Bulgaria e i 2.257 euro del Lussemburgo.

Il regime non sarà negativo per la creazione dei posti di lavoro e per l’occupazione, ha spiegato Schmit. Anzi, «è stato dimostrato» il contrario, per esempio dalla Germania, che nei giorni scorsi ha rivisto la soglia minima al rialzo, aumentandola da 9,82 euro l’ora a 12 euro (+22,2%).

I deputati propongono due possibilità per raggiungere l’obbiettivo: un salario minimo legale (il livello di remunerazione più basso consentito dalla legge) o la contrattazione collettiva fra i lavoratori e i loro datori di lavoro.

Tra i criteri suggeriti per stabilire salari minimi legali, l’Ue inserisce il livello generale di salari lordi, la loro distribuzione e il loro tasso di crescita, gli sviluppi sulla produttività del lavoro, e il potere d’acquisto.

«I salari minimi legali saranno aggiornati con regolarità. Il loro importo potrà inoltre essere adeguato mediante meccanismi di indicizzazione automatica», si legge nel testo. I ministri hanno convenuto una serie di misure per migliorare l’accesso effettivo alla tutela garantita dal salario minimo per chi ne ha diritto: controlli e ispezioni adeguati, informazioni facilmente accessibili sulla tutela garantita dal salario minimo, un richiamo alle norme vigenti in materia di appalti pubblici, il diritto di ricorso e sanzioni per i datori di lavoro inadempienti.

«Non possiamo ignorare che molti impiegati stanno soffrendo per il caro-vita», ha evidenziato Schmit, invitando a «un approccio equilibrato». Senza dimenticare che le tutele —salario minimo compreso— dovranno poi allargarsi a lavoratori che effettuano consegne a domicilio e, più in generale, al drappello degli “invisibili”.

In Italia il tema divide le forze politiche che sostengono il governo di Mario Draghi. Il Movimento 5 Stelle e il Pd spingono per l’approvazione, ma il centrodestra la pensa diversamente: «Il salario minimo per legge non va bene perché è contro la nostra storia culturale di relazioni industriali. Il salario non può essere moderato, ma deve corrispondere alla produttività», ha affermato il ministro per la Pa Renato Brunetta nel suo intervento al Festival dell’Economia di Trento.

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